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Calcio e dieta, la ricetta per le ossa sane

Salute e Benessere
Foto archivio (Getty Images)

Secondo un nuovo studio, lo svolgimento di una sana attività fisica, associato a una dieta variegata, migliorerebbe le condizioni di salute dei soggetti esaminati 

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Il gioco del calcio e il cibo sono il mix perfetto per avere ossa sane e forti in uomini di mezza età con prediabete. Le ossa, infatti, sono una delle parti più critiche per le persone affette da diabete 2 o prediabete, in cui sussistono già alterazioni glicemiche: vi è maggiore prevalenza di osteopenia (ovvero la densità ossea più bassa del normale) e fratture ossee. Secondo uno studio delle Università della Danimarca meridionale e delle Isole Faroe, pubblicato sullo Scandinavian Journal of Medicine and Science in Sports, è emerso come, senza distinzione di sesso, lo svolgimento di una sana attività fisica, associato a una dieta variegata e ricca, sia la ricetta ottimale per migliorare le condizioni di salute dei soggetti esaminati.

Giocare e mangiare fa meglio che controllare

Per l'esperimento sono stati coinvolti cinquanta volontari, venticinque uomini e venticinque donne di età compresa tra i 55 e i 70 anni con ossa deboli, divisi in due gruppi. Per sedici settimane il primo di questi si è sottoposto a sessioni di allenamento di calcio bisettimanali di durata compresa tra i 30 e i 60 minuti e a una dieta controllata, mentre il secondo ha svolto una funzione di controllo sugli altri.
Al termine dell'esperimento, i due gruppi sono stati nuovamente esaminati e i ricercatori hanno osservato cambiamenti positivi nel gruppo più allenato e con un'alimentazione controllata. Il contenuto minerale osseo del collo del femore, infatti, si era rinforzato del 3,2%, mentre quello del diaframma femorale del 2,5. Riscontri positivi anche nei valori dell’analisi del sangue: aumentavano infatti sia il P1NP, un marcatore della formazione di collagene, che l'osteocalcina, un ormone prodotto dal sistema osseo.

Un aiuto anche dal caffè

Calcio, alimentazione e caffeina. Secondo un nuovo documento di revisione pubblicato su Nutrition Reviews, la seconda bevanda più consumata al mondo dopo l'acqua sarebbe in grado di ridurre fino al 7% per ogni tazzina consumata il rischio di sviluppare il diabete non insulino-dipendente. Gli autori dello studio hanno esaminato i meccanismi biochimici del caffè: grazie alle sue proprietà antiossidanti, l'assunzione a lungo termine della bevanda sarebbe in grado di ridurre lo stress ossidativo, associato sia a numerosi effetti avversi sulle funzioni cardiovascolari, metaboliche e renali, che all'insorgenza di diabete di tipo 2.