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Perché si sbadiglia e come mai è "contagioso"

Salute e Benessere
Secondo alcune teorie, sbadigliare servirebbe a raffreddare e ossigenare il cervello (foto: archivio Getty Images)

Nell'arco di una vita, si stima che ciascun individuo sbadigli 220mila volte e vedere persone che lo fanno costituisce uno stimolo. Refrigerazione del cervello e riempimento dei polmoni le cause più accreditate

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Tutte le persone sbadigliano, ma nel corso del tempo sono state diverse le teorie sull'origine di questo riflesso. Recentemente è stata sviluppata un'ipotesi secondo la quale sbadigliare servirebbe a refrigerare il cervello. Ecco allora cosa ci sarebbe dietro un gesto che accomuna tutti gli esseri umani.

Cosa avviene quando si sbadiglia

Lo sbadiglio comincia con un'inspirazione molto profonda che dilata faringe, laringe e torace. Questo porta il diaframma ad abbassarsi e la lingua a flettersi all'indietro. Bocca e narici si dilatano a loro volta, mentre le palpebre si stringono e le sopracciglia si sollevano. I polmoni si riempiono d'aria e solo quando sono al massimo della loro capacità, inizia progressivamente la fase di espirazione. Nell'arco di una vita, si stima che ciascun individuo sbadigli 220mila volte, circa 7-8 volte al giorno. Anche perché sbadigliare non porta via molto tempo: sono sufficienti sei secondi.

La funzione 'refrigerante' dello sbadiglio

Sull'origine dello sbadiglio non ci sono teorie condivise, ma una serie di esperimenti ha contribuito a sviluppare quella che è una delle ipotesi più recenti sulle cause di questo riflesso. Sbadigliare, infatti, servirebbe a refrigerare il cervello. Quando si inizia a farlo, l'assunzione d'aria fresca raffredderebbe i liquidi dell'organismo. Insieme - sostiene Andrew C. Gallup, ricercatore alla Princeton University - questi processi agirebbero come un "radiatore". Secondo questa ipotesi, quindi, l'organismo dovrebbe essere stimolato a sbadigliare quando l'aria esterna è fredda, mentre si tenderebbe a sbadigliare meno quando è calda.

La ricerca

Il gruppo di Gallup ha testato la teoria 'refrigerante' dello sbadiglio a Tucson, in Arizona. I ricercatori sono stati lì in due occasioni, durante la stagione invernale e quella estiva con temperature, rispettivamente, di 22 e 37 gradi. A 160 persone (80 in inverno e 80 in estate) è stato chiesto di guardare foto di persone che sbadigliano, cosa che costituisce uno stimolo a sbadigliare a propria volta. Con temperature più fredde, i protagonisti del test hanno sbadigliato nel 45% dei casi. La percentuale, invece, si è abbassata al 24% nel periodo più caldo.

Teorie alternative

La teoria della termoregolazione è l'ipotesi più quotata anche secondo il dottor Paolo Amami, neuropsicologo dell’ospedale Humanitas, che in un articolo sul portale della struttura, ne spiega i dettagli. Gallup non ha messo tutti d'accordo. Ad esempio, c'è stato chi, come il medico dell'Università di Ginevra Adrian G. Guggisberg è più scettico sulla funzionalità del raffreddamento del cervello, pur concordando sul fatto che i cambiamenti di temperatura possano innescare lo sbadiglio. Secondo Guggisberg, infatti, esisterebbero altri modi per regolare la temperatura corporea, come la sudorazione e non sarebbe chiaro per quale motivo ne serva un altro. C'è chi, a quella di Gallup, preferisce una teoria di tipo sociale e vede nella contagiosità dello sbadiglio un indizio chiave. Sbadigliare, infatti, secondo questa scuola di pensiero, sarebbe un modo di comunicare che avrebbe, in qualche modo, effetti sui comportamenti del cervello.