In Italia oltre 5mila vittime di amianto all'anno, oggi la giornata mondiale

Salute e Benessere
Le lastre ondualate di eternit venivano un tempo utilizzate per tetti e capannoni (Getty Images)
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Ogni 28 aprile vengono ricordate le persone che hanno perso la vita a causa di questo materiale, da tempo illegale in Italia. Utilizzato per molto tempo nell'edilizia e non solo, i suoi effetti sulla salute emergono anche dopo decenni

Ogni anno in Italia, a causa dell’amianto, muoiono oltre 5mila persone e il picco deve ancora arrivare. È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell'Osservatorio nazionale amianto, secondo il quale il mesotelioma, un tumore che "presuppone sempre l'esposizione ad amianto, salvo rari casi", provoca circa 1.800 morti all'anno, cui vanno aggiunti circa 3.500 decessi causati dai "tumori polmonari per amianto". In occasione della Giornata mondiale dedicata a queste vittime ecco una panoramica sulla portata del fenomeno a 28 anni dalla legge italiana che di fatto ha proibito la produzione dell'eternit.

Amianto e eternit, cosa sono

L'amianto, o meglio, gli amianti, sono minerali costituiti in fibre molto sottili, particolarmente resistenti al calore e alla combustione. Grazie a queste caratteristiche, l'amianto si diffonde sempre più nella produzione di materiali edilizi, tessuti, componenti automobilistici, fino a raggiungere il picco di produzione nel 1980. Da allora le crescenti prove sulla sua tossicità ne riducono la fabbricazione, divenuta poi illegale negli anni Novanta in diversi Paesi, fra cui l'Italia. L'eternit, noto come cemento-amianto, è un materiale di copertura composto da questi particolari minerali, ed è stato largamente impiegato per la produzione di tetti nella tipica conformazione ondulata, oltre che in numerose altre applicazioni. Questo materiale, brevettato all'inizio del secolo scorso, trae il suo nome dall'elevata resistenza del materiale (ritenuto, per questo, "eterno").

La tossicità

Nel 1943 la Germania riconosce che l'inalazione delle sottili fibre di amianto provoca il cancro ai polmoni e il già citato mesotelioma, disponendo il risarcimento ai lavoratori che ne avevano subito le conseguenze. In Italia l'estrazione, la produzione e la commercializzazione dell'amianto e dei vari prodotti da esso derivati è vietata dalla legge 257/27 del marzo 1992. Da allora è partita la bonifica delle strutture realizzate con questi materiali. Tutte le malattie legate all'amianto richiedono in genere molti anni per manifestarsi e per questa ragione le statistiche attuali riflettono ancora i danni provocati diversi anni fa.

Le vittime in Italia

Secondo l'Osservatorio nazionale amianto, in Italia dal primo gennaio 2015 al 31 dicembre 2016, ultimo anno censito, sono stati registrati 3.700 nuovi casi di mesotelioma. Di questi il 40% si è manifestato negli uomini tra i 65 ed i 74 anni, mentre fra le donne il 40% si concentra fra i 75 ed gli 84 anni. Il mesotelioma, precisa l'Ona, "è di origine professionale per il 90% dei casi per gli uomini e in circa il 50% per le donne e con un’aspettativa di vita che, in media, è di 8 mesi e con un grado di sopravvivenza a 5 anni dal 7% al 12%". Gran parte dei casi viene riscontrata nei settori dell'edilizia (il 15,2%), dell'industria metalmeccanica, tessile, cantieristica navale, e della difesa. Nel 2016, 80 casi di mesotelioma sono stati diagnosticati nella scuola e altri 650 nelle ferrovie. A livello internazionale, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che ogni anno nel mondo muoiano 100mila persone per colpa dell’amianto e una spesa sanitaria tra i 2,4 e i 3,9 miliardi di dollari. Nello specifico, nei Paesi industrializzati, il numero di diagnosi è paragonabile a quello italiano con 3mila casi negli Stati Uniti e circa 2.500 del Regno Unito nel 2015.

Le iniziative per la Giornata mondiale

L'Associazione familiari vittime amianto (Afva) celebrerà la giornata mondiale, seppur non fisicamente a causa delle restrizioni legate all'emergenza coronavirus, in una delle località-simbolo della lotta contro l'eternit: Casale Monferrato (Alessandria). In questa cittadina fino al 1986 era in attività uno dei maggiori stabilimenti di produzione di eternit, le cui conseguenze sulla salute si sono protratte per i decenni successivi. Nel pomeriggio del 28 aprile, dalle 14.30 alle 16.30, si terrà il sesto webinar - tavola rotonda sul tema "Dall’emergenza amianto all’emergenza ambientale all’emergenza Covid–19: pensieri, progetti, parole per una ripartenza". Una delegazione del 'Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro', invece, porterà dei fiori alla lapide che ricorda le vittime dell'amianto, a Sesto San Giovanni (Milano). "Sono passati 28 anni – si legge in una nota del Comitato - da quando l'Italia ha messo al bando l'amianto, ma siamo ancora uno dei paesi al mondo maggiormente colpiti dall'epidemia di malattie amianto-correlate" e "il picco è previsto tra il 2025 e il 2030".

I dati Legambiente sulla rimozione in Italia e il piano di bonifica

Secondo il rapporto di Legambiente "Liberi dell'amianto? I ritardi dei Piani regionali, delle bonifiche e delle alternative alle discariche", in Italia sono 370mila le strutture dove è presente amianto per un totale di quasi 58milioni di metri quadrati di coperture. Di queste, censite nel 2018 dalle Regioni, 20.296 sono siti industriali, 50.744 sono edifici pubblici, 214.469 sono edifici privati, 65.593 le coperture in cemento amianto e 18.945 altra tipologia di siti. Un problema che riguarda anche la rete idrica con 300mila chilometri di tubature in cui è presente l'asbesto. Intanto, nei mesi scorsi, è stato presentato il "Piano di bonifica da amianto", che prevede lo stanziamento di 385 milioni di euro da utilizzare negli edifici pubblici, in particolare per la rimozione e lo smaltimento nelle scuole e negli ospedali. Il piano fa parte del secondo Addendum al Piano operativo 'Ambiente' ed è stato adottato a metà gennaio con un provvedimento dalla Direzione generale competente del ministero dell’Ambiente. Lo stanziamento si rivolgerà a tutti i soggetti beneficiari delle risorse (Regioni e Province) e gli interventi dovranno essere realizzati entro il 31 dicembre 2025.

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