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Secondo trapianto di viso su un uomo, è la prima volta

Salute e Benessere
E' la prima volta che un paziente si sottopone per la seconda volta a un intervento del genere (foto: archivio Getty Images)

L'intervento, realizzato all'Hospital europeen Georges-Pompidou a Parigi, sarebbe riuscito. È stato realizzato a distanza di 7 anni dal primo a causa di un grave problema di rigetto. Tra i chirurghi anche un italiano

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Per la prima volta è stato realizzato un secondo trapianto di viso sullo stesso paziente. L'intervento è stato realizzato all'Hospital europeen Georges-Pompidou di Parigi a distanza di sette anni dal primo a causa di un grave problema di rigetto. L'operazione sarebbe riuscita, anche se i chirurghi preferiscono rimanere prudenti.

Nell'equipe un chirurgo italiano

Il paziente, che attualmente è in osservazione e sta bene, si è già visto allo specchio con quello che è il suo terzo volto. Questo secondo intervento, realizzato circa tre settimane fa, è stato portato a termine dall'equipe guidata dal professor Laurent Lantieri nella quale figura anche un chirurgo italiano: Francesco Wirz, 34 anni, di Napoli. Il trapianto sembrerebbe essere riuscito, ma i chirurghi non si sbilanciano e preferiscono ancora mantenersi prudenti sull'esito dell'intervento.

Secondo intervento dovuto a problemi di rigetto

L'uomo di nome Jerome, che ha subito un secondo intervento al viso, era stato operato una prima volta nel 2010, sempre dal professor Lantieri. Il trapianto, in cui erano stati utilizzati i tessuti di una persona più anziana, era riuscito ed è durato per sette anni. Tuttavia, al termine di questo periodo di tempo, erano apparsi i primi sintomi di quello che che l'equipe del professor Lantieri ha definito "rigetto cronico". Una volta constatato che le zone di necrosi sul volto si stavano progressivamente moltiplicando, si è deciso, il 30 novembre scorso, di asportare il viso per evitare ulteriori rischi al paziente. Da quel momento e fino al 15 gennaio, l'uomo è rimasto "senza volto" in rianimazione, prima che venisse trovato un nuovo donatore che consentisse il secondo intervento.