Hpv, 6.000 tumori l'anno: il vaccino come arma di prevenzione
Salute e BenessereNumeri importanti per le neoplasie collegate al Papillomavirus. Gli oncologi Aiom lanciano la campagna il cui messaggio è "Se ami tuo figlio, lo vaccini": in prima linea, la tennista Flavia Pennetta
Il vaccino contro i tumori da Hpv. È questo il cuore del messaggio lanciato dalla Società Scientifica degli oncologi medici italiani (Aiom) attraverso una testimonial d'eccezione, la tennista Flavia Pennetta. Mentre in ogni parte del mondo i bambini muoiono ancora per malattie per cui esiste un vaccino, in Italia 6.000 persone scoprono di avere un tumore provocato dal Papillomavirus umano, per cui esistono strumenti preventivi adeguati.
La campagna Aiom
"Ogni venti secondi, nel mondo, un bambino muore per malattie per cui esiste un vaccino. E in Italia ogni anno, oltre 6mila uomini e donne vengono colpiti da un tumore provocato dal Papillomavirus. Se ami tuo figlio, lo vaccini". La campagna mira a sensibilizzare la vaccinazione per prevenire le neoplasie da HPV. Il video con il messaggio pronunciato dalla celebre campionessa di tennis, è stato diffuso in oltre 600 sale cinematografiche, arriverà in tv e naturalmente sui social. "Dobbiamo promuovere una maggiore cultura: più dell'8% di tutte le forme di cancro è riconducibile a virus e altri patogeni tra cui l'HPV", afferma Giordano Beretta, Presidente Eletto Aiom.
HPV e vaccino: obiettivo ancora lontano
Il Papillomavirus umano è un'infezione che può causare lesioni benigne alle mucose, come le verruche e i condilomi o papillomi genitali e orali. La maggior parte delle infezioni genitali da HPV regredisce spontaneamente, ma una piccola quota, se non trattata, può evolversi lentamente verso una forma tumorale. La più comune è quella che interessa il collo dell'utero. Si calcola che 3 donne sessualmente attive su 4 contraggano il virus nel corso della propria vita. Dal 2007 il sistema sanitario nazionale italiano prevede il vaccino gratuito per i bambini - maschi e femmine - di 11 anni. Tuttavia i dati rivelano che il ricorso a questo strumento preventivo è molto lontano dall'obiettivo del 95% previsto dal Ministero della Salute. Solo il 56% delle giovani nate nel 2003, il 72% delle nate nel 2000 e il 70% delle nate nel 1997 si sono vaccinate. "Stiamo dunque assistendo ad una preoccupante sottovalutazione di un'arma di prevenzione che invece potrebbe risparmiare ogni anno la sofferenza legata alla diagnosi di migliaia di tumori", spiega Beretta che aggiunge come questi dati siano l'espressione di una cultura in cui il vaccino non fa ancora parte di uno stile di vita sano e attento alle pratiche anticancro: "Esattamente come non fumare, limitare il consumo di alcol, mangiare tutti i giorni frutta o verdura o praticare regolarmente attività fisica".