Sesso sempre meno protetto: +400% casi di sifilide in Italia dal 2000
Salute e BenessereSarebbero più di venti gli agenti patogeni che possono mettere a rischio l'attività sessuale. A lanciare l'allarme sono stati gli esperti dell'Associazione dermatologi ospedalieri riunitisi in congresso a Roma
Cresce in Italia la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili. Su tutte la sifilide, i cui casi sarebbero aumentati del 400% dal 2000. A lanciare l’allarme sono stati gli esperti dell’Associazione dermatologi ospedalieri (Adoi), riuniti a Roma fino al prossimo 21 ottobre in occasione del 56simo congresso nazionale. Sarebbero più di 20 gli agenti patogeni, tra batteri, virus, funghi e parassiti che possono insidiare l’attività sessuale, facendo di ogni rapporto non protetto un rischio per la salute.
Malattie sessualmente trasmissibili
Ogni anno, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, verrebbero diagnosticati 498,9 milioni di nuovi casi delle quattro patologie sessualmente trasmissibili più diffuse: gonorrea, sifilide, clamidia e tricomoniasi. Ciò significa che ogni giorno, oltre un milione e mezzo di persone nel mondo si ammala per una di queste malattie. Stando agli ultimi dati dell’Istituto superiore della sanità, in Italia, i casi di malattie sessualmente trasmissibili sarebbero aumentati negli ultimi anni, passando dai 3500 del 2006 ai circa 6500 del 2013. Un aumento, questo, che riguarderebbe principalmente i cittadini italiani e i maschi. "In Europa, dalla metà degli anni ’90 - spiega Antonio Cristaudo, presidente del 56esimo Congresso Adoi - alcune malattie sessualmente trasmesse hanno trovato terreno fertile per espandersi, dopo un decennio di declino dei trend epidemiologici, soprattutto nelle grandi metropoli e in alcuni gruppi di popolazione maggiormente a rischio". Inoltre, negli ultimi anni, secondo Cristaudo, il fenomeno si sarebbe amplificato a causa di una maggiore facilità degli incontri sessuali dovuta all’utilizzo di internet.
Minore percezione del rischio
Gli specialisti hanno sottolineato che qualsiasi tipo di rapporto non protetto è potenzialmente pericoloso. Ciò a cui si starebbe assistendo, secondo gli esperti, è anche una minore percezione del rischio Hiv da parte della popolazione over 50 e anziana. "Quest’ultima – ha spiegato Cristaudo - riceve una diagnosi tardiva nei centri clinici come il nostro nel 63% dei casi (contro il 47% dei più giovani) e con segni di infezione avanzata". Tra le ragioni ci sarebbero una mancanza di consapevolezza, sottostima del rischio e carenza di campagne di sensibilizzazione specifiche su questa fascia della popolazione. "Oggi l'aumento delle infezioni sessualmente trasmesse ci preoccupa non solo per le ripercussioni che queste hanno sul benessere del singolo individuo, sulla collettività e sui costi sociali che concentrano ma anche perché questo aumento è la spia di un abbassamento della guardia e della percezione del rischio, soprattutto in alcune fasce più vulnerabili della popolazione", precisa Massimo Giuliani dell'Istituto dermatologico San Gallicano. I portatori di malattie sessualmente trasmissibili, inoltre, avrebbero un rischio aumentato tra le due e le cinque volte di contrarre anche un’infezione da Hiv.