L'inverno 2016-17 è stato caratterizzato in Italia da un elevato tasso di mortalità per la popolazione over 50, con 15-20mila casi fatali in più rispetto alle attese a causa dell'incisività del virus e della scarsa prevenzione
La poca attenzione alla prevenzione sembra si sia tradotta durante l'inverno 2016-2017 in un picco di decessi legati all'influenza che ha colpito soprattutto la popolazione più anziana in Italia. Ciò emerge dal monitoraggio effettuato dall'associazione "HappyAgeing", Alleanza per l'invecchiamento attivo. Infatti questa realtà, nel commentare i dati del network Euromomo, che pubblica i bollettini settimanali dei liveli di mortalità nei principali Paesi europei, riportati dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss), ha rilevato come meno del 50% degli anziani si è vaccinato contro l'influenza e solo un over 50 su 10 contro la polmonite. Questa trascuratezza avrebbe causato nell'ultima stagione fredda tra i 15 e 20mila decessi in più rispetto alle attese, in pratica il 15% in più del valore stimato. E, in particolare, l'aumento è stato del 42% nel periodo del picco di contagio influenzale.
Complicanze fatali - "Ogni inverno - ha commentato Michele Conversano, presidente di "HappyAgeing" - ci sono diverse migliaia di morti per complicanze da influenza, quasi tutte tra gli anziani e per problemi broncopolmonari. Quest'anno, l'influenza è stata particolarmente virulenta e si è associata alla scarsa propensione alla vaccinazione". Anche l'Iss concorda che tra i motivi dell'incremento registrato c'è una scarsa copertura vaccinale, specialmente tra gli ultra 65enni: in questa fascia di età ha attuato questa misura preventiva meno di un anziano su 2, quando il minimo raccomandato sarebbe del 75%. "Quest'anno, in Italia solo il 10% degli over 50 - ha aggiunto Conversano - si è vaccinato contro la polmonite pneumococcica, malattia che provoca decessi di oltre venti volte superiori di quelli causati dall'influenza, con oltre 9mila morti l'anno". Se si combinassero le due vaccinazioni "si potrebbe ridurre il numero di decessi annuale fino anche del 60%".
Dall'Italia il dato peggiore - L'Iss ha sottolineato come il dato itaiano sia il peggiore tra i 19 Paesi europei che partecipano al monitoraggio di Euromomo. A contribuire a questo incremento della mortalità sembra che sia stata la particolare incisività del virus denominato "A/H3N2" oltre alla bassa copertura vaccinale. "Ogni anno nei laboratori di tutto il mondo vengono formulate diverse combinazioni dei ceppi vaccinali previsti per la stagione successiva per cercare di arginare la diffusione dell’epidemia - ha spiegato Walter Ricciardi, presidente dell’Iss - la campagna vaccinale è importante perché nella popolazione anziana, anche laddove la formulazione non è perfetta, è in grado di attenuare la virulenza della patologia e di favorire un decorso clinico migliore prevenendo comunque almeno il 40% della mortalità".