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Lotta al cancro, l'importanza dei programmi di screening

Salute e Benessere
Due dottoresse esaminano i risultati di una tomografia a emissione di positroni (Getty Images)

Lo afferma il rapporto "Against Cancer" redatto da oltre cento ricercatori in tutta Europa. Nel 2016 sono stati 33 milioni i cittadini degli stati membri che si sono sottoposti a un esame preventivo per i tumori della mammella, della cervice uterina o del colon retto


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Prevenire il cancro con screening specifici è uno strumento fondamentale per salvare centinaia di migliaia di vite. A evidenziarne l'importanza sono le 333 pagine del secondo rapporto “Against Cancer”, redatto dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione, in collaborazione con il Cpo Piemonte della città della salute di Torino e con il Finnish cancer registry di Helsinki.

Il rapporto – In questa edizione, alla quale hanno partecipato oltre 100 ricercatori provenienti da tutte le parti d'Europa, si è affrontato il tema della mortalità dovuta al cancro in Europa. Solo nel 2012, si legge nel documento, sono deceduti nel nostro continente 1,3 milioni di persone delle quali almeno la metà avrebbe potuto essere salvata grazie ad azioni di prevenzione dirette a fronteggiare o mitigare il rischio. Nell'indagine viene sottolineato come nonostante si punti sempre di più a ridurre l'incidenza del cancro con azioni migliorative del proprio stile di vita, come ridurre il fumo, migliorare la nutrizione e l'attività fisica, lo screening sia il più concreto strumento di prevenzione. Già nel 2003, riporta il documento, il Consiglio dell'Unione europea aveva rilasciato delle raccomandazioni sulle pratiche da compiere per arrivare a una diagnosi precoce di questa malattia. Ma è stato solo dopo il 2008 che gli stati membri sono riusciti a migliorare il sistema degli indicatori sulle patologie. Questi indicatori comprendono la copertura della popolazione, l'accettazione dei test diagnostici e di trattamento, i tassi di rilevamento ed i valori predittivi dei test. L'impegno comune ha portato, solo nel 2016, oltre 33 milioni di cittadini europei ad aver accesso a un test di screening per i tumori della mammella, della cervice uterina o del colon retto.

I progressi – Il documento rivela dunque sensibili progressi rispetto alla prima edizione del 2007, soprattutto per quanto riguarda l'organizzazione e la qualità dei programmi di screening e di accesso ai dati. Ciò ha portato a raggiungere in 25 paesi Ue un'attuazione dei programmi di monitoraggio per il cancro al seno sul 95% delle donne comprese nella fascia 50-69 anni. Quelli per il cancro alla cervice, attualmente attivati in 22 stati membri, sono arrivati a coinvolgere il 72% delle donne nella fascia di età 30-59 anni. Infine, il rapido progresso degli ultimi anni ha permesso di migliorare la portata degli esami per la diagnosi precoce del cancro al colon che in 23 stati membri ha raggiunto, tra uomini e donne, già 110 milioni di pazienti, ovvero il 72% della popolazione complessiva nella fascia d'età 50-74 anni.

Il futuro – Nel suo intervento ospitato all'interno del report, Xavier Prats Monné, direttore generale dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare alla Commissione Europea, ha spiegato come la strada da seguire sia quella già indicata dalla Commissione nel 2014 e che pone l'obiettivo di 500 milioni di screening per la diagnosi del cancro al seno, alla cervice e al colon, da eseguire tra il 2010 e il 2020. Il dirigente ha anche evidenziato come tutti i ricercatori sono impegnati nell'obiettivo comune di ridurre del 15% l'incidenza del cancro in Europa entro il 2020.