Etichette alimentari, cosa cambia con il 2017
Salute e BenessereL'obbligo di indicare lo stabilimento di produzione e l'introduzione dell'etichettatura nutrizionale. Una guida per imparare a leggere le nuove informazioni
Con il nuovo anno arrivano nuove informazioni per i consumatori sulle confezioni dei prodotti alimentari. Le etichette dovranno riportare le caratteristiche nutrizionali in base alla norma introdotta lo scorso 13 dicembre e, come stabilito a livello europeo con provvedimento del 15 settembre 2015, indicare lo stabilimento di produzione.
Le etichette nutrizionali
Il 13 dicembre del 2016 è entrata in vigore la nuova normativa europea che introduce l'obbligo di riportare sulle confezioni degli alimenti alcune specifiche in più rispetto alle loro caratteristiche: i nutrienti presenti, la loro quantità e il valore energetico complessivo. Uno strumento aggiuntivo per consentire un'alimentazione sana ed equilibrata.
Come leggere i dati
I ricercatori del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, hanno redatto una guida per leggere le nuove etichette. Il team, coordinato da Gabriella Lo Feudo, ha creato uno strumento di facile lettura che riproduce gli esempi delle etichette nutrizionali più diffuse, per "fornire ai cittadini elementi di conoscenza, per migliorare la qualità della vita di ogni giorno - spiega il direttore del Crea, Ida Marandola - e per diffondere la consapevolezza dell’unicità del nostro patrimonio agroalimentare".
Indicazioni obbligatorie
Fino a oggi, le indicazioni nutrizionali erano presenti solo su alcuni prodotti. Ora invece tutte le etichette dovranno riportare caratteristiche come il quantitativo di proteine, grassi, carboidrati, sale, fibre, vitamine e minerali, ma anche il valore energetico complessivo, riferito sempre a 100 grammi o 100 ml di prodotto. L'etichetta nutrizionale sarà in formato tabulare, oppure lineare nel caso di confezioni i cui spazi lo impediscano.
Informazioni aggiuntive
Possibile poi che l’etichetta venga integrata con altre specifiche cui il produttore vuole dare risalto, come la presenza di acidi grassi mono-insaturi o poli-insaturi, polioli (sostanze a basso indice glicemico utilizzate come sostituti dello zucchero), amido, fibre, sali minerali e vitamine.
Sale, non sodio
Indicazioni importanti, e obbligatorie, sono invece il valore energetico e la presenza di sale. Per questa sostanza, cui i consumatori dovrebbero prestare attenzione, c'è un po' di confusione – spiega sempre il Crea – in quanto l’indicazione in etichetta sarà relativa al sale e non al sodio. Ed è quest'ultimo che, indispensabile per il corretto funzionamento dell'organismo, se consumato in eccesso può creare problemi. Calcolarne la quantità è però semplice: basta dividere il quantitativo di sale per 2,5. Ricordando che, ad esempio, un prodotto a basso contenuto di sodio ne contiene non più di 0,12 g, uno a bassissimo non più di 0,04 e uno senza non più di 0,005 grammi.
L'origine dei prodotti è importante
Un altro obbligo, reintrodotto dalla legge di Delegazione europea 2015 entrata in vigore il 15 settembre scorso, è quello di indicare nelle etichette alimentari lo stabilimento di produzione. In vigore in Italia dal 1992, questa norma era stata cancellata dal Regolamento Ue n. 1169/2011, noto in particolare per l’introduzione di nuove tutele per le persone affette da allergie e intolleranze alimentari.