La rassegna "Io ti leggo", ideata da Spazio Parola di Gisella Blanco ed Elisabetta Destasio Vettori, in collaborazione con l'Associazione Letteraria Elio Pagliarani di Cetta Petrollo, nasce per rappresentare una concreta controtendenza all'auto-isolamento della parola poetica
La poesia è morta, o così la pensano parte della critica e del mercato editoriale. Poeti romani come Maria Grazia Calandrone, Edoardo Albinati, Antonella Anedda, Claudio Damiani e Silvia Bre, per citarne alcuni, insieme ad altri autori di levatura nazionale, si oppongono a questo diktat commerciale, leggendosi a vicenda. La rassegna "Io ti leggo", ideata da Spazio Parola di Gisella Blanco ed Elisabetta Destasio Vettori, in collaborazione con l'Associazione Letteraria Elio Pagliarani di Cetta Petrollo, nasce per rappresentare una concreta controtendenza all'auto-isolamento della parola poetica. Ospitata nell'elegante cornice della Fondazione Baruchello, in via del Vascello 35 a Roma, la rassegna prevede quattro date durante le quali sedici coppie di poeti si leggeranno a vicenda.
Un importante segnale di vivacità intellettuale
Durante ciascun incontro, ogni poeta leggerà esclusivamente l'altro, in uno spirito di declamazione reciproca, di stimolo al confronto non polemico, di avvicinamento delle poetiche più diverse e talvolta anche antagoniste. "In un periodo storico-culturale in cui l'individualità coincide sempre di più con l'individualismo, l'io - frammentato e quasi trasparente - mostra sempre maggiori difficoltà a trovare una lingua comune per un dialogo reale e inclusivo", dichiarano le curatrici Blanco e Destasio. "Prestare la voce per la parola dell'altro, nonostante le indubbie diversità e gli inevitabili cortocircuiti linguistici e caratteriali, è non solo un importante segnale di vivacità intellettuale e civica ma, soprattutto, la necessaria dimostrazione di come la parola poetica continui a essere parte integrante della società".