“Si svolgeranno con le consuete modalità, sotto la supervisione dell'Istituto Spallanzani e con il supporto delle USCAR regionali. Non dobbiamo abbassare la guardia", ha fatto sapere l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato. Il "problema oggi va affrontato con tempestività e coesione internazionale. I dati, pochi e poco trasparenti, stanno creando timore” anche nella comunità scientifica, si legge in un documento dello Spallanzani
Riprendono all'aeroporto di Fiumicino i test per i voli provenienti dalla Cina. Lo comunica l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato. Nell'area test Covid, che si trova agli Arrivi del Terminal 3, rimarrà attivo un presidio per controlli su specifiche destinazioni. I passeggeri che risulteranno positivi saranno isolati in apposite strutture sanitarie. Il test è facoltativo ma particolare attenzione, si apprende da fonti regionali, sarà riservata ai sintomatici. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - TAMPONI ANCHE A MALPENSA)
D'Amato: "Non abbassare la guardia"
"In attesa delle disposizioni nazionali riprendono i test all'aeroporto internazionale di Fiumicino per i voli che provengono dalla Cina – ha spiegato D'Amato – I test si svolgeranno con le consuete modalità, sotto la supervisione dell'Istituto Spallanzani e con il supporto delle USCAR regionali. Non dobbiamo abbassare la guardia, le ultime notizie sul Covid ci spingono a tenere alta l'attenzione".
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Lo Spallanzani: “Serve coordinamento europeo, rischio nuove varianti”
"Potenziamento della sorveglianza mediante test antigenici per chi proviene in particolare dalla Cina, e caratterizzazione molecolare con analisi di sequenza nei casi positivi. Sarebbe meglio se il coordinamento dei tamponi di sorveglianza avvenisse a livello europeo", si legge in un documento dell'Istituto Spallanzani. "Un intervento di questo tipo servirebbe a monitorare la comparsa e a intercettare precocemente l'arrivo di nuove varianti – prosegue il documento - sia come nuove evoluzioni di Omicron che come nuove varianti diverse da Omicron, e a predisporre eventuali misure quarantenarie selettive". Il "problema Cina oggi va affrontato con tempestività e coesione internazionale. I dati, pochi e poco trasparenti, stanno creando timore nella comunità internazionale, anche in quella scientifica" si legge ancora nel documento. Il timore "è che, in un paese con un'alta percentuale di non vaccinati in cui sono stati utilizzati vaccini poco efficaci che danno una bassa protezione di popolazione, una così forte crescita esponenziale dei contagi possa generare la selezione di una nuova variante, molto più immuno-evasiva e trasmissibile". Il rischio, ragiona lo Spallanzani, è che la nuova variante "traghetti l'evoluzione di SARS-CoV-2 oltre Omicron, dominante a livello globale ormai dalla fine del 2021". Lo Spallanzani afferma, inoltre, che "al momento, le poche informazioni che arrivano dalla Cina indicano che le varianti che stanno alimentando questa nuova imponente ondata di contagi sono le stesse che già circolano da tempo a livello globale, ancora quindi all'interno delle sottovarianti di Omicron".