"Sì è vero. Non gli abbiamo fatto il contratto e non abbiamo pagato gli stipendi. Ma eravamo in difficoltà", avrebbe detto la donna di fronte alla commissione dell’ispettorato del lavoro di Latina
La suocera di Aboubakar Soumahoro, Marie Therese Mukamitsindo, di fronte alla commissione dell’ispettorato del lavoro di Latina ha ammesso le sue colpe. "Si è vero. Non gli abbiamo fatto il contratto e non abbiamo pagato gli stipendi. Ma eravamo in difficoltà", avrebbe detto riferendosi alle accuse che le aveva rivolto un ingegnere di 42 anni. Lo ha riportato il Corriere della Sera.
Le vertenze e l'accordo con una lavoratrice
Oltre a quella di Kadmiri, la suocera di Soumahoro è chiamata a sanare la posizione di altri due operatori che hanno lavorato per le cooperative Karibu e Consorzio Aid e non sono stati pagati regolarmente. Una di loro era in forze alla Karibu dal 2016. Nei suoi confronti, secondo quanto si legge nel verbale di conciliazione dell'Ispettorato del Lavoro di Latina, Mukamitsindo, legale rappresentante della cooperativa Karibu, "riconosce quanto rivendicato" e accetta di pagarle, a rate, circa 20 mila euro relativi a stipendi e tredicesime non versati tra il gennaio 2021 e l'ottobre del 2022, ma anche la tredicesima del 2020 e il tfr relativo al periodo 1 gennaio 2016-31 ottobre scorso. Le tre vertenze affrontate stamattina in realtà sarebbero solo una piccola parte. Secondo la stima di Gianfranco Cartisano di Uiltucs, riportata dal Corriere, ammonterebbe almeno a 400 mila euro il tesoretto di somme sottratte dalle cooperative gestiste da Mukamitsindo alla retribuzione regolare dei lavoratori, in gran parte migranti stranieri.