Roma, chiede indietro soldi affitto dopo disagi in casa: sfrattato

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Il ragazzo aveva pagato la caparra e una mensilità pari a 1.100 euro in totale per una stanza privata nel quartiere Ostiense, ma dopo qualche giorno ha notato il pessimo comportamento degli inquilini con “odori forti in cucina, poca privacy, bagno non sempre pulito”. Davanti alla richiesta del giovane, i proprietari lo hanno cacciato di casa restituendogli solo 200 euro

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Un ragazzo milanese, di professione ingegnere, dopo una ricerca di affitto online ha trovato una stanza privata in un modesto appartamento nel quartiere Ostiense di Roma, pagando 1.100 euro (caparra e un mese) attraverso PayPal. Nei successivi quattro giorni nota il pessimo comportamento degli inquilini, “odori forti in cucina, poca privacy, bagno non sempre pulito”. Il ragazzo decide di chiedere indietro i soldi, ma i proprietari di casa prima si rifiutano, poi gli restituiscono duecento euro sfrattandolo di casa. Con il suo legale, il ragazzo scopre che il contratto firmato non vale nulla. La notizia è riportata da Il Messaggero.

La vicenda

Il giovane doveva trasferirsi per lavoro a Roma. Ad attenderlo davanti alla casa da affittare ha trovato i proprietari, abbastanza infastiditi dal suo ritardo di mezz’ora a causa del traffico. Un ritardo, spiega il quotidiano, che però era stato comunicato. Al Messaggero il ragazzo ha riferito di essersi subito sentito minacciato, ma poi insieme ai proprietari ha visto la casa, in condivisione con altri inquilini, e il contratto. Il pacchetto offre una stanza privata, con il resto della casa in comune, al prezzo di circa 500 euro. Ma davanti ai disagi all’interno dell’abitazione, il giovane ha chiamato i proprietari, che arrivano nell’appartamento la sera stessa. Il ragazzo ha chiesto di riavere i soldi, ma i proprietari prima rifiutano, poi gli consegnano duecento euro a una condizione: lasciare l’appartamento immediatamente.

Lo sfratto e la truffa

Essendo ormai sera tardi ha chiesto di poter dormire un’ultima notte, ma alle 21 è stato comunque messo fuori dalla porta di casa. Parlando con il suo legale ha poi scoperto che il contratto è carta straccia e che ormai non c’era più nulla che si potesse fare.

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