Caso Omerovic, parla la sorella: da quel giorno viviamo nel terrore

Lazio

"A Primavalle, dopo quel clima da caccia alle streghe, siamo dovuti scappare via" ha dichiarato la famiglia del 36enne all'Associazione 21 luglio

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Non solo il dramma legato ad Hasib dopo quel 25 luglio in cui l’uomo è caduto dalla finestra della sua camera, per gli Omerovic, nelle ultime si settimane, si sono aggiunte la perdita della casa, del lavoro del padre, e una vita ormai radicalmente cambiata. Lo scrive Il Messaggero, che riporta le parole della sorella 15enne di Hasib, Erika.

La sorella: “Non dimenticherò mai quel giorno”

“Quest’anno ero felice perché avrei dovuto iniziare il primo anno della scuola di formazione professionale per estetiste a Primavalle” ha dichiarato la ragazza all’Associazione 21 luglio, una Onlus che supporta gruppi e individui in condizione di discriminazione tutelandone i diritti e promuovendo il benessere delle bambine e dei bambini. “Non dimenticherò mai il giorno in cui quella terribile tragedia ha colpito la mia famiglia – continua Erika – da allora viviamo nella paura. Le mie amiche iniziano la scuola, ma io non potrò entrare in classe perché adesso viviamo a 50 chilometri dalla mia nuova scuola, in attesa che il comune ci assegni una nuova casa, è assurdo che per la paura io debba rinunciare al sogno di una vita normale”.

“L’hanno buttato giù”

Ma cosa è successo quel 25 luglio ad Hasib? Dopo una segnalazione su un gruppo Facebook, in cui il 36enne era stato riconosciuto rovistare tra i secchioni del quartiere, quattro agenti in borghese hanno bussato alla casa della famiglia per identificarlo. Nell'abitazione erano presenti Hasib e la sorella Sonita, 30enne con un ritardo cognitivo, e in pochi, drammatici, minuti l’uomo è precipitato dalla finestra della sua camera. “Sonita era sotto choc, non ha dormito per giorni, finché non ci ha rivelato quello che aveva visto” hanno dichiarato i coniugi Omerovic, la ragazza ha raccontato infatti, nonostante i poliziotti l’avessero isolata in sala di pranzo, di averli visti picchiare Hasib, il quale si sarebbe rifugiato in camera sua chiudendosi dentro, prima che gli agenti sfondassero la porta e lo buttassero giù dalla finestra. Da quel giorno gli Omerovic vivono nella paura: “Dall'11 agosto abbiamo chiesto un cambio alloggio al Comune – ha dichiarato la famiglia all’Associazione 21 luglio -  da allora neanche una risposta. Da Primavalle, dopo quel clima di caccia alle streghe, siamo dovuti andare via”.

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