Caso Hasib Omerovic, le indagini: nessun mandato di perquisizione

Lazio

I familiari del 36enne precipitato dalla finestra nel corso di una perquisizione delle forze dell'ordine a Roma, nella zona di Primavalle, “hanno chiesto di essere allontanati per ragioni di sicurezza", ha fatto sapere il loro legale

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La famiglia di Hasib Omerovic, il 36enne precipitato dalla finestra nel corso di una perquisizione delle forze dell'ordine a Roma, ha chiesto di essere spostata dalla zona di Primavalle perché "ha paura". Intanto, secondo quanto emerso però non ci sarebbe stato nessun mandato di perquisizione da parte della Procura di Roma. Chi indaga dovrà chiarire se si sia trattata di un'iniziativa coordinata da un funzionario o di una decisione presa dagli agenti che verranno sentiti dagli inquirenti.

Il 36enne resta ricoverato in coma farmacologico al Policlinico Gemelli ma non sarebbe in pericolo di vita. A causa della caduta è stato sottoposto a tre interventi chirurgici: al braccio, all'addome e al volto.

La famiglia chiede di essere spostata

"Alla luce di quanto emerso per ragioni di sicurezza - afferma il penalista - la famiglia ha chiesto di essere allontanata da quella zona", ha annunciato l'avvocato Arturo Salerni, legale dei genitori e della sorella dell'uomo. "Hanno formalmente chiesto al comune di trovare un nuovo alloggio popolare per loro", affermano i legali. Nell'attesa che avvenga una nuova assegnazione i genitori dell'uomo, assieme alle due sorelle, hanno deciso di spostarsi e a chiedere ospitalità forse ad alcuni parenti. "Temiamo per la nostra incolumità - hanno raccontato- Tutta questa vicenda potrebbe esporci a delle azioni violente. Anche andare a trovare Hasib in ospedale potrebbe essere rischioso ma non vogliamo lasciarlo solo, non ora che sta lottando dopo avere subito tre interventi".

La perquisizione

All'origine dell'intervento della polizia in casa del 36enne sordomuto, il 25 luglio scorso, vi sarebbe un post apparso sulla pagina Facebook di quartiere in cui si accusava l'uomo di aver molestato delle ragazze. In particolare, il giorno prima del fatto, la sorella di Hasib era stata avvicinata dal proprietario di un bar di zona che l'aveva allertata del post che girava sui social network, poi cancellato, con la foto di Omerovic e l'avvertimento di fare attenzione "a questa specie di essere che importuna le ragazze". Seguito da una minaccia: "bisogna prendere provvedimenti". Parole che avrebbero portato la famiglia a volersi allontanare. Il post, secondo quanto si apprende, sarebbe arrivato all'attenzione dei poliziotti del commissariato Primavalle che il giorno dopo si sono presentati in 4, tre uomini e una donna, a casa di Omerovic. Un controllo 'preventivo', come avviene spesso in casi analoghi, per identificare il soggetto. La necessità di agire tempestivamente, anche in assenza di denuncia, sarebbe dunque la motivazione che ha portato i poliziotti a casa dell'uomo.

Acquisita la relazione di servizio

Intanto è stata acquisita dagli inquirenti la relazione di servizio sull'attività svolta il 25 luglio a Primavalle. In base a quanto si apprende, il fascicolo sarebbe contro ignoti ma a breve potrebbero arrivare le prime iscrizioni, anche come atto dovuto, nel registro degli indagati. Sul punto in Procura il riserbo è massimo. Secondo quanto i legali hanno appreso da testimoni, complessivamente nella zona di via Gerolamo Aleandro, subito dopo il fatto, sarebbero stati presenti tra gli 8 e i dieci agenti, alcuni in borghese. Le forze dell'ordine hanno allertato i soccorsi dopo che l'uomo era precipitato da una altezza di nove metri. 

Gli uomini della squadra mobile, a cui la Procura di Roma ha delegato le indagini, hanno ascoltato i vicini di casa della famiglia Omerovic. Per questa vicenda i pm di piazzale Clodio procedono al momento per tentato omicidio.

Ilaria Cucchi: “Sia fatta piena luce”

"Chiediamo che sia fatta piena luce sui gravissimi fatti avvenuti il 25 luglio nella casa Hasib Omerici-Sejdovic alla presenza delle forze dell'ordine. Io terrò gli occhi beni aperti su tutte le violazioni dei diritti umani”, ha scritto su Twitter Ilaria Cucchi.

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