“Quanto ti vergogni?” A Nettuno domande choc a famiglie con disabilità

Lazio
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Il questionario è stato predisposto dal Comune per poter accedere ai fondi regionali e si richiede di rispondere con una crocetta su un punteggio da zero a quattro

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Sta facendo discutere il questionario sottoposto dal Comune di Nettuno ai familiari di persone con disabilità gravissime e a cui è necessario rispondere per poter accedere ai fondi messi a disposizione dalla Regione Lazio. Diverse le domande che hanno suscitato le polemiche, tra cui “Da zero a quattro, quanto ti vergogni del tuo familiare?” oppure “Quanto risentimento provi nei suoi confronti?”, fino a “Quanto non ti senti a tuo agio quando hai amici a casa?”. A rivelarlo è il quotidiano La Repubblica.

Il questionario

Il dirigente dell’area servizi sociali del Comune di Nettuno ha inviato una nota alle famiglie, chiedendo loro di aggiornare la documentazione sulle istanze di contributo per la disabilità gravissima. Oltre all’Isee socio-sanitario in corso di validità, entro il 28 giugno gli interessati dovranno inviare la scheda care-giver prevista dalla Regione e, appunto, il questionario definito “Inventario del carico assistenziale”, che, secondo le intenzioni di chi lo ha formulato, dovrebbe rilevare impegno e stress di chi accudisce le persone con disabilità. Le domande, a cui rispondere con una crocetta su un punteggio da zero a quattro, e il modo in cui sono state poste hanno però suscitato le polemiche delle famiglie, che hanno protestato anche attraverso i social.

Distribuzione sospesa

"Il Comune di Nettuno ha immediatamente sospeso la somministrazione del questionario per un approfondimento con il competente Dipartimento della Regione Lazio", fa sapere, in una nota lo stesso Comune. "Il questionario sui caregiver inserito nelle linee guida regionali ed utilizzato da altri Comuni della regione nonché in altre regioni d'Italia - spiega il Comune - è stato recepito dal distretto socio sanitario territoriale prima di essere sottoposto alle famiglie". Il questionario è "uno strumento scientifico indicato da una delibera di giunta regionale tra i possibili strumenti da utilizzare da parte dei Comuni - si legge nella nota - e consiste in una modalità di autovalutazione (percezione soggettiva dello stress), semplice ma efficace, riferita a cinque differenti aspetti della condizione di caregiver familiare: carico oggettivo, psicologico, fisico, sociale ed emotivo (percezione soggettiva). L'obiettivo è quello di individuare idonee misure di sostegno per le famiglie interessate".

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