I dati degli inquinanti, anche se in aumento rispetto ai giorni precedenti, sono entro i parametri di legge e dunque non descrivono situazioni allarmanti
Diossine sotto i limiti indicati dall'Oms, pur evidenziando la presenza di "una fonte di emissione". Lo riferisce Arpa Lazio in seguito ai rilievi eseguiti sia ieri che oggi dopo l'incendio di mercoledì 15 giugno al Tmb di Malagrotta a Roma. Secondo quanto spiega Arpa i dati degli inquinanti, anche se in aumento rispetto ai giorni precedenti, sono entro i parametri di legge e dunque non descrivono situazioni allarmanti.
Non si rilevano superamenti del limite giornaliero del PM10
L'Arpa nel suo rapporto sottolinea che "i valori del particolato (PM10 e PM2.5) misurati il 15 giugno nelle centraline dei comuni di Roma e Fiumicino non evidenziano un generale incremento delle concentrazioni rispetto ai giorni precedenti e non si rilevano superamenti del limite giornaliero del PM10". L'analisi degli altri inquinanti (biossito di azoto, benzene) misurati presso la stazione di Malagrotta "evidenzia concentrazioni al di sotto dei limiti di legge". Le concentrazioni sono raddoppiate ieri rispetto ai precedenti valori medi "per il venir meno della spinta delle polveri verso l'alto presente nelle prime e più attive fasi dell'incendio".
Prosegue lo spegnimento dei focolai attivi
Nel frattempo proseguono le operazioni di spegnimento dei focolai attivi a Malagrotta, l'impianto dei rifiuti di Roma andato a fuoco due giorni fa. Lo ha annunciato l'account ufficiale del Vigili del fuoco su Twitter, pubblicando anche un breve video delle operazioni di smaltimento dei rifiuti andati a fuoco.
Le indagini
La Procura di Roma ha stabilito le tempistiche della maxiconsulenza affidata ai carabinieri del Noe per accertare le cause dell'incendio: tre mesi a cui potrà essere aggiunta una ulteriore proroga di 90 giorni. Al momento a piazziale Clodio si procede per incendio colposo contro ignoti. In questa prima fase gli inquirenti stanno raccogliendo materiale utili alle indagini che finirà nell'incartamento coordinato dal procuratore Francesco Lo Voi. Nell'indagine si cercheranno eventuali analogie con gli altri incendi, avvenuti tra il 2018 e il 2019, che hanno interessato impianti Tmb a Roma. In questo ambito le verifiche sui sistemi di videosorveglianza presenti a Malagrotta potrebbero fornire elementi utili. Si procederà anche all'analisi del sistema antiincendio presente a Malagrotta per verificare se ha funzionato il segnale di preallarme, di allarme e le bocchette dell'acqua.
Controlli su suolo e acqua
Oltre al monitoraggio degli inquinanti, Arpa ha elaborato una prima mappa con l'individuazione "delle aree di potenziale massima ricaduta delle emissioni generate dall'incendio nell'impianto di Malagrotta". Inoltre si è avviato un controllo del suolo, delle acque superficiali, delle colture e degli allevamenti zootecnici proprio in relazione all'area di ricaduta. "Il forte odore percepito nell'area dell'incendio e in numerose zone della città è legato alla presenza collettiva in aria di un insieme numeroso di composti chimici diversi -osserva ancora Arpa- Tale inquinamento non può essere rilevato e quantificato attraverso il monitoraggio dei singoli inquinanti (particolato, biossido di azoto, benzene, biossido di zolfo)". A due giorni dall'incendio sono ancora presenti dei focolai sparsi sui quali continuano a essere effettuate operazioni localizzate di spegnimento, messa in sicurezza e bonifica.