Porta figlia in Polonia sottraendola al padre, madre a giudizio a Roma

Lazio

Una donna di 33 anni è finita sotto processo davanti al giudice monocratico di Roma per l'accusa di sottrazione e trattenimento di minore all'estero

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Una donna di 33 anni è finita sotto processo davanti al giudice monocratico di Roma per l'accusa di sottrazione e trattenimento di minore all'estero dopo aver sottratto la figlia di sette anni al padre portandola a vivere in Polonia per due anni e mezzo. Nel procedimento si è costituito parte civile il padre che ha ottenuto l'affidamento temporaneo esclusivo della bambina. 

La vicenda

La vicenda inizia nel 2017, quando la famiglia, da Roma, si trasferisce a vivere nel villaggio di Ulejno, nei pressi di Sroda Wielkopolska, a circa 34 chilometri dalla città di Poznan. "Il periodo trascorso nel paese di Ulejno si rivelava negativo per via della presenza all'interno dell'insediamento di diversi soggetti dediti all'alcolismo - si legge nell'atto di costituzione di parte civile depositato dal padre della bimba -, che vagavano per i campi, riducendosi occasionalmente anche a giacere a terra. Il vicinato, inoltre, di bassa estrazione culturale, era in alcuni casi gravato da precedenti di polizia ed il contesto sociale, infine, promuoveva un indirizzo pedagogico carente: ad esempio, i bambini erano lasciati da soli nei campi". I genitori quindi decidono di tornare a vivere a Roma ma la donna alla fine del 2019 "decide di programmare una partenza per la Polonia per una breve vacanza. Per riguadagnare la fiducia del partner - si legge ancora nel documento depositato dal padre al giudice monocratico  -, che non voleva consentire la partenza della bimba perché in quel periodo affetta da tonsillite cronica, mostra all'uomo le copie di biglietti aerei di andata e ritorno. La promessa quindi era quella di fare presto ritorno in Italia, ritorno che non è mai avvenuto se non dopo due anni e mezzo (27 settembre 2021) alla luce di quattro tentativi di esecuzione coattiva dell'ordine di rimpatrio della Corte di Appello di Poznan, irrevocabile dal 24 aprile 2020 ed emesso ai sensi della convenzione dell'Aja".

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