Andata nuovamente deserta l’asta per il Casino Ludovisi, il prezzo sarà ribassato

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"Nessuno ha presentato offerte: adesso il giudice farà un provvedimento con il quale fisserà la data di una nuova asta con un prezzo ribassato", ha dichiarato il legale del Principe Bante Boncompagni Ludovisi. Il prezzo era già al ribasso rispetto a quello di gennaio. Ora è arrivata anche una precisazione dei legali della Principessa

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Andata nuovamente deserta l'asta per l'aggiudicazione di Villa Boncompagni Ludovisi, nota come Casino dell'Aurora, dimora storica romana poco distante da villa Borghese. "Nessuno ha presentato offerte: adesso il giudice farà un provvedimento con il quale fisserà la data di una nuova asta con un prezzo ribassato", ha dichiarato all'ANSA l'avvocato Stefano Pantalani, legale del Principe Bante Boncompagni Ludovisi. Il prezzo di base dell'asta era stata fissato a 282 milioni di euro circa, prezzo già al ribasso rispetto all'asta di gennaio, e adesso scenderà ancora di circa il 20%. Il legale ha aggiunto che il suo assistito "sperava nella giornata di oggi, ma allo stesso tempo si aspettava questo esito per via del prezzo elevato”.

La vicenda

L'avvocato, sulla base di quanto riferito dal suo cliente, aveva già spiegato quelle che erano state le vicissitudini del Casino Aurora, abitato dal 1964 al 1988 dal nonno del Principe Bante, Gregorio. "Più volte egli ebbe a pregare il figlio Nicolò, che aveva ricevuto la disponibilità dell'immobile dal nonno, il Principe Francesco, di occuparsi dell'amministrazione del Casino, senza alcun successo”, ha spiegato. Il padre di Bante e dei suoi fratelli ha, infatti, "condotto una vita dedita ai divertimenti, molto dispendiosa, arrivando a lasciare la loro madre, Benedetta dei Principi Barberini Colonna di Sciarra, per dedicarsi ad attrici e a contrarre più matrimoni e anche debiti". In terze nozze il Principe Nicolò "ha sposato all'insaputa dei figli, e solo davanti all'autorità civile, Rita Carpenter che, da quanto consta, si occupava di intermediazioni di immobili e che nessuno in famiglia conosceva. Dal momento del matrimonio - aveva spiegato Pantalani sulla base di quanto riferitogli dal principe Bante - la Carpenter ha allontanato i figli dal padre insieme al quale, per mantenere il costoso stile di vita, ha continuato a vendere e svendere mobili, quadri e gioielli di casa, senza dedicarsi, invece, al restauro del Casino e di altre proprietà di famiglia". Poi il decesso di Nicolò ha portato alla diatriba tra gli eredi. Pantalani ha ricordato come la vedova Carpenter continuava "ad occupare il casino dell'Aurora senza titolo, negando al Principe Bante ed anche ai suoi figli, la possibilità di accedervi". Il Casino, unico edificio rimasto di Villa Ludovisi, custodisce collezioni d'arte e affreschi come quello a tempera del Guercino raffigurante l'Aurora, che dà il nome alla Sala che lo ospita e al Casino stesso, e il dipinto a olio su muro attribuito a Caravaggio. Alla prossima asta del 30 giugno la base di partenza scenderà a 226 milioni di euro.

La precisazione della Principessa

I legali della Principessa Rita Boncompagni Ludovisi, Alessandro Ela Oyana e Stefano Teti, fanno sapere che "il matrimonio con il Principe Nicolò non è stato affatto celebrato all’insaputa dei figli del Principe: la Principessa, invero, ha iniziato a frequentare la famiglia del Principe già sei anni prima del matrimonio, intrattenendo ottime relazioni con i figli, i nipoti e la stessa prima moglie del Principe anche dopo la celebrazione delle proprie nozze, basate sui più profondi sentimenti di amore e stima reciproci sino agli ultimi momenti della loro felicissima convivenza". Inoltre, proseguono i legali, "non vi è stata alcuna svendita da parte dei coniugi Boncompagni Ludovisi di gioielli, quadri e altre opere appartenute alla famiglia, tanto meno per compensare - come offensivamente riferito - la presunta (ma inesistente) dissolutezza del loro tenore di vita. Parimenti, è frutto di pura illazione lo stato di incuria in cui sarebbe stata abbandonata Villa Aurora". Per gli avvocati la "smentita è nei fatti. Basti pensare all’ampia opera di restauro realizzata dai coniugi Boncompagni Ludovisi, con l’autorizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali, mediante rifacimento dell’esterno di Villa Aurora nel 2009/2010, o alle numerose iniziative per la valorizzazione dei beni culturali presenti nel compendio immobiliare, resi accessibili ad un vasto pubblico grazie al costante impegno della Principessa, riconosciuto dalle principali testate giornalistiche internazionali (si veda, per tutti, l’articolo del New York Times pubblicato in data 16 luglio 2010)". La Principessa, sottolineano i legali, "laureata in storia presso l’Università del Texas (Austin), giornalista per Fox News, scrittrice ed esperta di immobili di prestigio, grazie alle proprie competenze ha costantemente divulgato la grandezza del patrimonio storico e artistico di Villa Aurora, mediante lezioni on line in prestigiosi atenei statunitensi nonché curando la digitalizzazione di documenti - per oltre 150000 pagine complessive - reperiti nella biblioteca di famiglia e riuscendo ad ottenere finanziamenti e sponsorizzazioni da accreditate università americane".

Per quanto riguarda il fatto che, dopo la morte del Principe, la Principessa ha continuato ad abitare Villa Aurora, ciò è avvenuto "a pieno titolo, in qualità di coniuge superstite e per espressa volontà testamentaria del defunto marito: non certo abusivamente - come dichiarato offensivamente - bensì sostenendo in via esclusiva le ingenti spese di manutenzione di Villa Aurora e facendosi carico anche delle inadempienze degli altri eredi (tra gli interventi più recenti meritano di essere menzionati il rifacimento integrale del tetto e la risistemazione del giardino di Villa Aurora)". Infine, i legali ribadiscono che "la Principessa è stata - ed è tuttora - l’unica ad opporsi con fermezza, sin dall’inizio, alla vendita all’asta di Villa Aurora, diversamente dagli altri coeredi, che hanno avallato nei fatti la pendente procedura di esecuzione forzata, perseguendo interessi meramente economici". Quindi, per gli avvocati "non si può che stigmatizzare il tentativo di screditare la memoria del compianto Principe Nicolò e la reputazione della Principessa Rita Boncompagni Ludovisi, la quale ultima si è sempre adoperata per salvaguardare il prestigio della famiglia anche attraverso la tutela, la valorizzazione e la divulgazione dell’inestimabile patrimonio storico ed artistico presente nella Villa Aurora”.

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