A raccontare l'accaduto è stato il giovane secondo il quale tutto sarebbe iniziato durante i giorni dell'occupazione della sede centrale del liceo, in via Bravetta. La vicenda è stata segnalata all'Ufficio scolastico regionale che ha avviato degli accertamenti per valutare la veridicità delle dichiarazioni del ragazzo. A riportare la notizia è la Repubblica
Una relazione sentimentale durata poco più di un mese tra la preside del liceo Montale e uno studente, questa la segnalazione giunta all'Ufficio scolastico regionale supportata da due deposizioni del giovane, maggiorenne, sulle quali sta indagando l'Usr. A riportare la notizia è il quotidiano la Repubblica.
La relazione tra la preside e lo studente
Secondo quanto riporta il giornale, tutto sarebbe iniziato durante i giorni dell'occupazione della sede centrale del liceo, in via Bravetta, lo scorso dicembre. I due, secondo quanto raccontato dal ragazzo, hanno iniziato a scambiarsi email, messaggi e poi a frequentarsi. La relazione sarebbe durata circa un mese, fino a quando lo studente ha voluto interrompere il rapporto. La vicenda è emersa dopo che il ragazzo ha parlato della relazione con i compagni, la voce si è così diffusa nella scuola. In seguito, sui muri dell'istituto sono apparse scritte come "Il tuo silenzio parla per te", "La laurea in pedagogia l'hai presa troppo seriamente", "Chi sa deve agire". I docenti hanno così iniziato a fare domande e il giovane, spinto dai compagni di scuola, si è confidato. Poi è partita la segnalazione all'Ufficio scolastico regionale che ora dovrà fare chiarezza sull'accaduto. La dirigente, contattata da Repubblica, ha ammesso di essere al corrente della situazione, ma ha negato tutto, rispondendo "no comment" ad ogni altra domanda.
La dirigente: “Sono sconvolta”
“Sono sconvolta, pensavo che una sciocchezza del genere morisse così com'era nata, e invece è stata ingigantita oltre misura: è evidente che mi hanno voluto fare del male”, è annichilita la preside, che ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. La donna ha già contattato un avvocato per difendersi da quelle che definisce "cattiverie".
“Non c'è stato nulla di nulla con il ragazzo, posso giurarlo”
La donna dice di conoscere il ragazzo. “Certo, chiariamo subito che non è un ragazzino, ha 19 anni, sta per prendere la maturità. E quando l'ho conosciuto era rappresentante di istituto in surroga, perciò abbiamo parlato diverse volte durante il periodo dell'occupazione. Mi ha accompagnato con la sua macchina al commissariato di Monteverde per fare la denuncia, e lì ci aspettava anche un rappresentante dei genitori. Ho avuto con lui un rapporto cordiale e aperto, come con tutti: la mia porta è sempre aperta". E sulla nascita delle voci circolate a scuola la donna ipotizza "forse lui le ha messe in giro per vantarsi con gli amici? Non lo so, ma qualcuno poi può aver fomentato la cosa. Ma non c'è stato nulla di nulla con il ragazzo, posso giurarlo davanti a chiunque. Mi sono rivolta ad un legale e chiarirò tutto anche con l'ufficio scolastico regionale ma in questa scuola non mi hanno mai visto di buon occhio, fin dal primo momento. Il sistema su cui si reggeva la vecchia dirigenza non mi convinceva. Ma all'inizio non ho cambiato nessun ruolo perché volevo prima rendermi conto della situazione generale. Ho sbagliato".
Le verifiche dell'Ufficio scolastico regionale
L'Ufficio scolastico regionale del Lazio si potrebbe occupare della vicenda. Secondo Repubblica il giovane sarebbe già stato ascoltato dalla dirigenza dell'Istituto e avrebbe raccontato di email, messaggi via cellulare e poi di una frequentazione. La relazione sarebbe durata all'incirca un mese, poi il 18enne ha voluto interrompere. La storia è venuta fuori dopo che il ragazzo si è confidato con alcuni amici. Ma la relazione era conosciuta abbastanza nell'ambiente del liceo tanto da far pensare che una scritta che campeggia sul muro dell'istituto - "La laurea in pedagogia l'hai presa troppo seriamente" - si riferisca proprio alla vicenda. Il ragazzo sarebbe stato ascoltato dai collaboratori della preside anche assieme ai suoi genitori. Poi la segnalazione all'Ufficio scolastico regionale che ora dovrà fare luce sulla vicenda.