Cimitero feti a Roma, il gip: “Prassi erronea ma nessun dolo”

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Lo scrive il giudice nel provvedimento con cui nei giorni scorsi ha disposto l'archiviazione dell'indagine nata intorno al caso dei feti sepolti al cimitero Flaminio per il quale l'associazione Differenza Donna aveva presentato un esposto 

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"Il quadro probatorio riscontrato mostra che il fatto in contestazione non sia stato mosso da alcuna finalità di profitto, bensì risulti semplicemente quale conseguenza di un'erronea prassi posta in essere ab initio dalla struttura sanitaria in cui è avvenuta la procedura di aborto", scrive il gip di Roma nel provvedimento con cui nei giorni scorsi ha disposto l'archiviazione dell'indagine nata intorno al caso dei feti sepolti al cimitero Flaminio sul quale l'associazione Differenza Donna aveva presentato un esposto.

La decisione del giudice

"La carenza normativa riscontrata in tale ambito che ha portato a questo 'uso' dell'apposizione dei nomi - scrive il giudice - delle donne al fine di identificazione dei feti ha successivamente comportato un celere intervento, dietro impulso dell'Autorità garante per la Privacy, del Comune di Roma, Dipartimento tutela ambientale, al fine di modificare il Regolamento di Polizia cimiteriale nonché i protocolli riguardanti il trattamento dei dati personali nei cimiteri di Roma Capitale, indicando apposite istruzioni operative per rimuovere tale violazione, nonché nuove istruzioni in merito ai nuovi trattamenti, prevedendo per l'identificazione del feto unicamente un codice alfanumerico". Per il giudice "alcun nocumento intenzionalmente voluto al fine di trarre a sé o ad altri ingiusto profitto risulta emerso nell'illecita diffusione e i dati sensibili e nella violazione della riservatezza delle donne che hanno avuto accesso alla pratica di interruzione della gravidanza".

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