Papa Francesco: "Quanto dolore nel vedere morti in mare perché non li fanno sbarcare"

Lazio

Lo ha affermato il pontefice in un passaggio 'a braccio' della sua omelia pronunciata nella messa nella Basilica di San Pietro in occasione della terza Domenica della Parola di Dio. Durante l'Angelus invece il pontefice ha parlato della situazione in Ucraina dicendo di "seguire con preoccupazione l'aumento delle tensioni

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"Quanto dolore sentiamo nel vedere fratelli e sorelle nostri morire sul mare perché non li lasciano sbarcare. E questo, alcuni in nome di Dio!". Lo ha affermato papa Francesco in un passaggio 'a braccio' della sua omelia pronunciata nella messa nella Basilica di San Pietro in occasione della terza Domenica della Parola di Dio. Durante l'Angelus invece il pontefice ha parlato della situazione in Ucraina dicendo di "seguire con preoccupazione l'aumento delle tensioni che minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina e mettono in discussione la sicurezza nel continente europeo".

La messa

Papa Francesco stamattina è entrato in processione nella Basilica di San Pietro, dove stamattina ha celebrato la messa in occasione della III Giornata della Parola di Dio, da lui stesso istituita il 30 settembre 2019. Nel corso della celebrazione, per la prima volta, con un nuovo rito preparato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il Papa ha conferito a uomini e donne laici provenienti da diversi Paesi del mondo il ministero del Lettorato e il ministero del Catechista. Hanno concelebrato la liturgia con il Pontefice dieci cardinali, dieci vescovi e 120 sacerdoti: i concelebranti principali all'Altare della Confessione sono l'arcivescovo Rino Fisichella e il vescovo Franz-Peter Tebartz-van Elst, rispettivamente presidente e delegato per la catechesi del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova evangelizzazione.

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"Al centro del cammino della fede c'è la parola di Dio"

"Al centro della vita del popolo santo di Dio e del cammino della fede non ci siamo noi, con le nostre parole. Al centro c'è Dio con la sua Parola", ha detto papa Francesco all'inizio della sua omelia. "Con la sua Parola ha creato l'universo", "fin dai tempi antichi ci ha parlato per mezzo dei profeti", e "infine, nella pienezza del tempo, ha mandato a noi la sua stessa Parola, il Figlio unigenito": "la Parola di Dio non è più una promessa - ha osservato -, ma si è realizzata. In Gesù si è fatta carne. Per opera dello Spirito Santo è venuta ad abitare in mezzo a noi e vuole dimorare in noi, per colmare le nostre attese e sanare le nostre ferite".

"Dio non è neutrale e indifferente, ma lo Spirito amante dell'uomo"

"Gesù, all'inizio della sua missione (...), annuncia una scelta precisa: è venuto per la liberazione dei poveri e degli oppressi - ha sottolineato papa Francesco -. Così, proprio attraverso le Scritture, ci svela il volto di Dio come di Colui che si prende cura della nostra povertà ed ha a cuore il nostro destino. "Non è un padrone arroccato nei cieli, quell'immagine di Dio brutta, no, non è così, ma un Padre che segue i nostri passi - ha aggiunto -. Non è un freddo osservatore distaccato e impassibile, un dio matematico, no, ma il Dio-con-noi, che si appassiona alla nostra vita e si coinvolge fino a piangere le nostre lacrime". "Non è un dio neutrale e indifferente - ha proseguito -, ma lo Spirito amante dell'uomo, che ci difende, ci consiglia, prende posizione a nostro favore, si mette in gioco e si compromette con il nostro dolore". 

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"Il culto più gradito a Dio è prendersi cura del prossimo"

"La Parola ci spinge fuori da noi stessi per metterci in cammino incontro ai fratelli con la sola forza mite dell'amore liberante di Dio", ha detto il pontefice. Gesù, ha detto, "è inviato per andare incontro ai poveri - che siamo tutti noi - e liberarli. Non è venuto a consegnare un elenco di norme o ad officiare qualche cerimonia religiosa, ma è sceso sulle strade del mondo a incontrare l'umanità ferita, ad accarezzare i volti scavati dalla sofferenza, a risanare i cuori affranti, a liberarci dalle catene che ci imprigionano l'anima". In questo modo "ci rivela qual è il culto più gradito a Dio: prendersi cura del prossimo". Secondo il Pontefice, "la Parola di Dio ci cambia. E lo fa penetrando nell'anima come una spada. Perché, se da una parte consola, svelandoci il volto di Dio, dall'altra provoca e scuote, riportandoci alle nostre contraddizioni". "Non ci lascia tranquilli - ha proseguito -, se a pagare il prezzo di questa tranquillità è un mondo lacerato dall'ingiustizia e a farne le spese sono sempre i più deboli". Per il Papa, "la Parola mette in crisi quelle nostre giustificazioni che fanno dipendere ciò che non va sempre da altro e dagli altri". La sacra Scrittura "non ci astrae dalla vita, ma ci immette nella vita, nelle situazioni di tutti i giorni, nell'ascolto delle sofferenze dei fratelli, del grido dei poveri, delle violenze e delle ingiustizie che feriscono la società e il pianeta, per non essere cristiani indifferenti, ma operosi, creativi, profetici".

"Preoccupazione per le tensioni in Ucraina, 26 gennaio giornata di preghiera per la pace"

Il papa all'Angelus invece ha parlato della situazione in Ucraina dicendo di "seguire con preoccupazione l'aumento delle tensioni che minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina e mettono in discussione la sicurezza nel continente europeo, con ripercussioni ancora più vaste. Faccio un accurato appello a tutte le persone di buona volontà perché elevino preghiere a Dio Onnipotente affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana più che di interessi di parte", ha aggiunto. "Per questo, viste le tensioni attuali, propongo che mercoledì prossimo, 26 gennaio, sia una giornata di preghiera per la pace. Chi persegue i propri scopi a danno degli altri disprezza la propria vocazione di uomo perché tutti siamo stati creati fratelli", ha detto ancora il Pontefice.

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