Fu direttore dell'ANSA dal 1962 al 1990. Nato a Firenze il 24 settembre 1919, si è spento a 102 anni
È morto Sergio Lepri, storico direttore dell'ANSA che guidò per quasi un trentennio, dal 1962 al 1990. Aveva 102 anni e viveva a Roma in zona Parioli. Era nato a Firenze il 24 settembre 1919. Nel capoluogo toscano prese parte alla Resistenza aderendo al Partito d'azione, fu poi portavoce di Amintore Fanfani prima di approdare all'Agenzia Nazionale Stampa Associata.
Mattarella: "Scompare maestro di professionalità e deontologia"
"Con Sergio Lepri scompare un prestigioso direttore, maestro di professionalità e deontologia per generazioni di giornalisti, e un testimone attento e partecipe di lunghe e decisive fasi della storia italiana". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione.
Nel 2019, per i cent'anni, Mattarella aveva inviato un messaggio a Lepri ringraziandolo "per il suo ruolo di protagonista nella storia dell'informazione in Italia e di punto di riferimento per generazioni di giornalisti".
La carriera
Ha iniziato la sua avventura nel giornalismo dirigendo a Firenze, fra il 1943 e il 1944, il giornale clandestino del Partito liberale, L'opinione. "Fare un giornale e distribuirlo a quei tempi significava rischiare la vita", raccontava Lepri in occasione dei suoi 100 anni, ricordando gli anni della Resistenza come "un periodo formativo per una parte della mia generazione". Poi l'esperienza al Giornale del Mattino a Firenze, dopo la quale lui, laico, è stato portavoce del democristiano Amintore Fanfani come presidente del Consiglio, prima di approdare all'ANSA. Qui la prima cosa che Lepri chiedeva era la difesa del pluralismo e dell'obiettività: "Non voglio capire per chi voti da quello che scrivi", diceva a tutti al momento dell'assunzione. "Il privilegio di un serio giornalismo è quello di non schierarsi. Io sono arrivato al giornalismo alla fine della guerra. Giovani come me decisero di fare il giornalista perché era uno strumento per arricchire il patrimonio informativo di tutti. Strumento di conoscenza, di democrazia e libertà, come servizio", raccontava Lepri.
Dal 1988 al 2004 ha insegnato Linguaggio dell'informazione alla Scuola superiore di giornalismo della Libera università di studi sociali Guido Carli. Ha scritto numerosi libri, molti dei quali ad impronta didattica tra cui lo storico manuale Professione giornalista.
Innovatore, dalla sua intuizione è nato il primo archivio digitale delle notizie in Europa. "Erano gli anni Settanta e quel milione di notizie si accumulavano come carta negli scaffali: ora tutto sta su un telefonino. Nel giro di qualche decennio è cambiato tutto. L'ANSA fu la prima agenzia ad avere un archivio elettronico", ricordava.
Fnsi: "Se ne va un pezzo di storia della nostra professione"
La Federazione nazionale della Stampa italiana esprime "profonda tristezza per la morte di Sergio Lepri, storico direttore dell'agenzia Ansa, giornalista scrupoloso e appassionato, esempio di equilibrio e stile, sempre dalla parte della Costituzione". "Partigiano, fu tra i padri di quella libertà di stampa che gli italiani seppero ricostruire sulle macerie lasciate dal fascismo e dalla guerra - prosegue -. Osservatore attento e lucido critico, ha attraversato da protagonista tutte le fasi del giornalismo repubblicano, sempre pronto a dispensare utili consigli e raccontare curiosi aneddoti. Con Sergio Lepri se ne va un pezzo di storia della nostra professione, un maestro per generazioni di cronisti, autore di pagine indelebili di buon giornalismo. La Fnsi si stringe alla famiglia, agli amici, ai colleghi dell'Ansa cui rivolge un commosso abbraccio".
Assostampa romana: "Un maestro del giornalismo italiano"
"La morte di Sergio Lepri addolora tutto il mondo dell’informazione", si legge in una nota di Assostampa romana. "Sotto la sua guida la principale agenzia di stampa italiana ha rivaleggiato con colossi come Reuters, France Press e AP. Laureato in filosofia all'Università di Firenze, aveva insegnato nelle scuole statali come professore di storia e filosofia. Al giornalismo era arrivato attraverso la stampa clandestina, cioè dopo aver diretto, nell' inverno 1943-1944, durante l'occupazione nazifascista, l'organo clandestino del Partito Liberale L'Opinione". "Il giornalismo rigoroso, aperto al mondo e al racconto del territorio, con una particolare attenzione ai giovani, segno del suo tratto professionale è sintetizzato in due frasi ricordate dai colleghi. 'Sulle notizie dobbiamo arrivare per primi, perché siamo l'Ansa. Ma dobbiamo verificarle e darle bene, perché siamo l'Ansa'. 'Spero che lei abbia opinioni politiche, ma non le voglio conoscere dalle notizie che scrive'. Le nostre condoglianze alla famiglia di Sergio Lepri e alla grande comunità professionale dell’Ansa".
Bartoli (OdG): "Riferimento per tante generazioni di giornalisti"
Cordoglio è stato espresso a nome di tutto il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti dal presidente dell'Ordine, Carlo Bartoli. "Non ha mai smesso di essere giornalista, sempre attento all'evoluzione e alle innovazioni della nostra professione, sempre disponibile ad incontrare i giovani praticanti per trasmettere loro i fondamenti del mestiere - sottolinea Bartoli -. Ho vivissimo il ricordo dell'ultimo incontro con lui, a Firenze in Palazzo Vecchio, in occasione della cerimonia di premiazione alla carriera per i suoi cento anni. Infaticabile, dal tratto gentile ed acuto, è stato il punto di riferimento per tante generazioni di giornalisti. Siamo vicini alla sua famiglia, ai suoi figli, i colleghi Maria, Paolo e Stefano, ed a tutti coloro che hanno lavorato al suo fianco. Serbiamo di lui il ricordo di una persona di grande spessore umano, culturale e professionale."
Il sindaco Nardella: "Esempio di giornalismo retto e rigoroso"
"Sergio Lepri è stato uno dei massimi giornalisti italiani, esempio luminoso di un giornalismo retto e rigoroso che non dovrebbe mai passare di moda ma anzi essere viatico per le nuove generazioni di reporter". Lo afferma il sindaco di Firenze Dario Nardella, appresa la notizia della scomparsa del giornalista. "Nel 2019 - ricorda Nardella - lo abbiamo accolto a Palazzo Vecchio per festeggiarlo in occasione dei suoi 100 anni alla presenza dei vertici dell'Agenzia Ansa, da lui a lungo diretta. Con lui si sono formati e hanno lavorato tantissimi giovani giornalisti che in quell'occasione non mancarono di essere presenti e di dimostrare il loro affetto". "In un tempo così frenetico e difficile, dove le notizie spesso si rincorrono senza soste e le fake news abbondano - continua - è sempre più difficile discernere la buona dalla cattiva informazione. Eppure della prima abbiamo un bisogno estremo e il giornalismo di Lepri, così sobrio, rigoroso, così attento ai fatti e non al clamore, è la via maestra da seguire". "Alla famiglia giungano le più sentite condoglianze dell'intera amministrazione comunale" conclude il sindaco.