La cronista si è occupata di cronaca, in particolare quella giudiziaria. Fece epoca la sua grande inchiesta sull’adolescenza violata tra discoteche e scuole di Roma
È morta ieri sera all’età di 65 anni e dopo una lunga malattia Marida Lombardo Pijola, giornalista di lungo corso e di grande impegno civile, che nella sua carriera, cominciata a Bari (dove era nata il 2 aprile 1956), si è occupata di cronaca, in particolare quella giudiziaria italiana.
La carriera
La sua carriera giornalistica è proseguita da Bari a Roma: prima alla Gazzetta del Mezzogiorno, ultimamente all’edizione romana del Corriere della Sera e prima di quest’ultima parentesi, per quasi trent'anni, al Messaggero. Firma di punta di questo quotidiano, coprì da inviata speciale tanti eventi di cronaca comprese le stragi di Falcone e Borsellino. Sui social sta circolando in queste ore, tra i tanti che l’hanno conosciuta e apprezzata, un’immagine di lei giovane, sorridente e con il blocchetto in mano a prendere appunti parlando con Giovanni Falcone. Spesso ospite in tv come opinionista, aveva anche condotto "Questioni di famiglia" su Rai 3.
L'inchiesta sull'adolescenza violata a Roma
Fece epoca la sua grande inchiesta sull'adolescenza violata tra discoteche e scuole di Roma, da cui poi scaturì il libro d'esordio, storie di adolescenti che, all'insaputa dei genitori, si cambiavano d'abito e diventavano regine del ballo sui cubi nelle discoteche.
Le opere
Per quanto riguarda i temi dell'adolescenza, ha scritto il best seller “Ho dodici anni, faccio la cubista, mi chiamano Principessa” (Bompiani), che raggiunse nel 2007 ben 17 edizioni. Sempre sull’adolescenza seguirono un saggio due romanzi: “L'età indecente” (Bompiani) e “L'imperfezione delle madri” (La nave di Teseo).