Un 41enne e un 35enne puntavano carte di credito e bancomat delle loro vittime: una volta carpito il codice pin, mentre facevano il prelievo le derubavano al momento opportuno. I due sono stati arrestati in seguito a un’indagine della polizia
Hanno preferito concentrarsi sulle carte di credito e bancomat di quegli istituti di credito che permettono il prelievo fino a 5mila euro, senza tuttavia disdegnare altre banche. Era il modus operandi di una coppia di cittadini romeni di 41 e 35 anni che a Roma puntavano le loro vittime, spesso anziani, carpendo il codice pin, mentre facevano il prelievo con il bancomat poi, al momento opportuno le derubavano.
Le indagini e l’arresto
Sono stati gli agenti del commissariato Appio, diretto da Pamela De Giorgi, con un'indagine iniziata circa un anno fa a cogliere la donna mentre faceva un prelievo in piazza Cesare Cantù. Monitorato l'intero movimento, i poliziotti, intuendo che il complice la stava attendendo in macchina per poi darsi alla fuga, si sono qualificati intimando l'alt al 41enne. Questi per tutta risposta, dopo che la donna è salita a bordo dell'auto, ha accelerato, trascinando il poliziotto per diversi metri. Poi si sono dati alla fuga. Attraverso la consultazione delle banche dati in uso alle forze di polizia, gli investigatori hanno rintracciato il loro indirizzo di residenza, un affittacamere in via Pietro Cartoni. Seguiti, i due sono stati fermati dagli agenti in via delle Botteghe Oscure e sottoposti a controllo.
Il bottino recuperato
Nello zaino del 41enne e all'interno dell'abitazione nella successiva perquisizione fatta dai poliziotti, sono stati trovati 1.700 euro frutto in parte dell'indebito prelievo fatto dalla 35enne nella banca in piazza Cesare Cantù pari a 1.830 euro come denunciato dalla parte lesa in sede di denuncia presso il commissariato. Al termine dell'operazione i due sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria e associati, in attesa della convalida, rispettivamente presso il carcere di Perugia e di Rebibbia. Il poliziotto rimasto ferito è stato giudicato guaribile con una prognosi di 10 giorni.