Deciso un nuovo processo d'appello invece per l'accusa di traffico influenze illecite. L'ex sindaco di Roma: "Fine di incubo durato 7 anni"
L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato assolto dall'accusa di corruzione dalla Cassazione nell'ambito di uno dei filoni dell'inchiesta Mondo di mezzo. Deciso un nuovo processo d'appello invece per l'accusa di traffico influenze illecite. (L'INCHIESTA)
La sentenza
I giudici della sesta sezione penale della Suprema Corte hanno respinto le richieste avanzate oggi dalla procura generale di Roma che chiedeva la conferma della condanna a sei anni. I giudici hanno disposto un nuovo processo d'appello, per la rideterminazione della pena, e che riguarda il capo di accusa riqualificato con la fattispecie del traffico di influenze illecite in merito allo sblocco dei pagamenti Eur Spa.
Alemanno: "Fine di un incubo durato 7 anni"
"La fine di un incubo durato sette anni, e che obiettivamente poteva essere evitato. Mi sono ritrovato prima mafioso e poi corrotto, adesso rimane un piccolo traffico di influenze che sarà la Corte di appello a giudicare". Così l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dopo la pronuncia della Cassazione. "Questa sentenza - ha aggiunto - ridimensioni questa vicenda: non c'è più corruzione, non c'è più quel fango che mi era stato tirato addosso".
Il commento dei difensori
"Non possiamo che dirci soddisfatti dell'esito del ricorso che ha annullato tutte le ipotesi di corruzione - commentano i difensori di Alemanno, Cesare Placanica e Filippo Dinacci -. La sentenza impugnata non prendeva atto di quanto già aveva statuito sulla vicenda la Corte di Cassazione e soprattutto non considerava che il sindaco Alemanno, al di là del coinvolgimento, solo tramite Panzironi, in alcune specifiche e a nostro modo di vedere lecite vicende". Alemanno "era stato giudicato completamente estraneo alle contestazioni di associazione ipotizzate dalla Procura , peraltro solo in parte riscontrate dalle sentenze che si sono occupate della intera vicenda".
La vicenda
La vicenda giudiziaria dell'ex primo cittadino della Capitale era iniziata nel dicembre del 2014 con una perquisizione domiciliare e l'iscrizione nel registro degli indagati nell'ambito della operazione Mondo di Mezzo. Nei suoi confronti l'accusa iniziale era di concorso esterno nell'associazione di stampo mafioso e corruzione. Per il concorso esterno i pm chiesero e ottennero l'archiviazione nel febbraio del 2017. La posizione dell'ex sindaco venne, però , stralciata e per lui restò in piedi la corruzione a cui si aggiunse il finanziamento illecito. Secondo l'accusa, tra il 2012 e il 2014, Alemanno avrebbe ricevuto oltre 223 mila euro mila euro per compiere atti contrari ai doveri del suo ufficio. I soldi, in base all'impianto accusatorio, sarebbero giunti da Salvatore Buzzi in accordo con Massimo Carminati e sarebbero stati versati alla fondazione Nuova Italia, presieduta da Alemanno.