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Covid, Vaia: “La variante Delta non spaventi, avanti con i vaccini”

Lazio
©Ansa

Così il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma: “Severità e serenità il binomio giusto. Avanti nella campagna. Il nemico è alle corde. Serve il colpo del knock down e noi glielo daremo!”

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“Facciamo un po' di chiarezza sulla variante Delta. Ancora non hanno capito: non bisogna spaventare le persone! Severità e serenità il binomio giusto. Avanti nella campagna. Il nemico è alle corde. Serve il colpo del knock down e noi glielo daremo! Come abbiamo fatto con il Belgio. Viva l'Italia!". È quanto ribadisce in un post pubblicato su Facebook il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, in commento ai dati emersi dall’ultimo studio dello stesso Istituto romano, secondo cui in un mese c’è stato un incremento di 10 volte della proporzione di variante Delta nel Lazio, passando dal 3,4% della survey del 18 maggio al 34,9%.  (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI IN ITALIA E NEL MONDO - I DATI DEI VACCINI IN ITALIA - LA SITUAZIONE NEL LAZIO)

"Dati non devono spaventare"

"Questi dati non ci devono spaventare. Il virus muta e sta mutando ancora una volta. È probabile che anche la variante Delta diventi dominante, così come lo sono state in passato la variante iberica e brasiliana”, spiega il direttore. "Dobbiamo mettere in campo tutte le misure protettive. La prima, come si evince dalla nostra survey, è la vaccinazione. I vaccinati con doppia dose sono, infatti, solo il 5% dei contagiati. Le percentuali vanno rapportate al numero dei positivi. Quindi parliamo di 37 casi nel Lazio di variante Delta su 106 sequenziamenti di tamponi positivi”, afferma ancora Vaia.

"Delta non è più preoccupante delle altre"

"La variante Delta è una delle tante varianti e non è più preoccupante rispetto alle altre", sottolinea. "Noi ci aspettiamo un efficacia del vaccino del 92-93 % e siamo al 95%, significa che siamo ad un efficacia molto alta. Aggiungiamo che c'è una sintomatologia molto scarsa e questo ci dice che non dobbiamo preoccuparci delle varianti. Il virus muterà sempre ed è già cambiato non può essere questo l'elemento dirimente rispetto alla strategia che viene rafforzata: vaccinare vaste aree di popolazione", conclude Vaia.

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