Caso Moro, perquisito l'ex Br Paolo Persichetti

Lazio

Persichetti è iscritto nel registro degli indagati per associazione sovversiva finalizzata al terrorismo e favoreggiamento

Su richiesta del pm Eugenio Albamonte, della procura di Roma, gli agenti della Digos hanno proceduto lo scorso 8 giugno alla perquisizione dell'ex brigatista Paolo Persichetti. L'attività istruttoria si colloca nell'ambito del filone ancora aperto a piazzale Clodio relativo al caso Moro. Persichetti è iscritto nel registro degli indagati, nel procedimento coordinato dal sostituto Eugenio Albamonte, per associazione sovversiva finalizzata al terrorismo e favoreggiamento. L'avvocato difensore, Francesco Romeo, fa sapere di avere già presentato ricorso al tribunale del Riesame per chiedere il dissequestro del materiale. 

L'indagine

Il procedimento nasce da una informativa della Digos del febbraio scorso, depositata in procura, ed è legato "alla fuoriuscita di documenti riservati", spiegano fonti inquirenti, dalla Commissione Parlamentare d'inchiesta sul sequestro e sull'omicidio di Aldo Moro, e trovati nella disponibilità di Persichetti. Su disposizione del pm Eugenio Albamonte, l'ex terrorista è stato oggetto di una perquisizione domiciliare l'8 giugno scorso da parte degli agenti della Digos. Obiettivo di chi indaga è capire come l'uomo, che da anni svolge attività di studio e di ricerca storica, sia entrato in possesso dei documenti e se ci siano altre persone coinvolte. In base a quanto si apprende, inoltre, l'ex brigatista sarebbe al momento l'unico iscritto nel registro degli indagati.
L'indagine viaggia parallela a quella avviata a Roma, sempre sulla vicenda Moro, e che ha portato nel marzo scorso gli inquirenti a prelevare un campione di Dna ad una decina di persone tra cui l'ex br toscani Giovanni Senzani e Paolo Baschieri. Gli accertamenti sono finalizzati a confrontare il codice genetico con quello repertato sui mozziconi di sigarette trovati in una delle auto utilizzate il 16 marzo del 1978 per sequestrare il presidente della Dc.

Chi è l'ex brigatista indagato

Negli anni '80 l'indagato ha militato nelle Brigate Rosse-Unione dei Comunisti combattenti. Per anni ha vissuto in Francia da dove è stato estradato nel 2002. Nei suoi confronti è stata emessa sentenza di condanna a 22 anni per l'accusa di concorso morale nell'omicidio del generale Licio Giorgieri. È stato scarcerato definitivamente nel 2014. Secondo le nuove accuse, l'ex brigatista farebbe pare di una associazione sovversiva attiva dal 2015.

Persichetti: "La libera ricerca storica è ormai divenuta un reato"

In un lungo intervento sul sito Insorgenze.net, l'indagato respinge gli addebiti e ricostruisce quanto avvenuto cinque giorni fa. "La libera ricerca storica è ormai divenuta un reato. Secondo la procura da cinque anni e mezzo sarebbe attiva in questo Paese - afferma - un'organizzazione sovversiva (capace di sfidare persino il lockdown) di cui nonostante le molte stagioni trascorse non si conoscono ancora il nome, i programmi, i testi e proclami pubblici e soprattutto le azioni concrete". L'ex brigatista prosegue aggiungendo che ciò "che è chiaro fin da subito è l'attacco senza precedenti alla libertà della ricerca storica, alla possibilità di fare storia sugli anni 70, di considerare quel periodo ormai vecchio di 50 anni non un tabù". E ancora: "mi sono state sottratte le tonnellate di appunti, schemi, note e materiali con i quali stavo preparando diversi libri e progetti. Quel che è avvenuto è dunque una intimidazione gravissima che deve allertare tutti in questo Paese, in modo particolare chi lavora nella ricerca, chi si occupa e ama la storia".

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