Roma, lavoratori dello spettacolo occupano il Globe Theatre

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"Dopo più di un anno dal blocco degli spettacoli dal vivo chiediamo una riforma strutturale del settore - scrivono su Facebook i manifestanti -. Non vogliamo una riapertura senza sicurezza, che ci faccia ripiombare in un mondo del lavoro ancora più incerto e privo di garanzie"

Sono circa una sessantina i membri (tutti 'tamponati') di una rete composta da collettivi di lavoratori dello spettacolo e della cultura che stamattina hanno occupato il Globe Theatre a Roma, il teatro elisabettiano nel cuore della Capitale creato grazie a Gigi Proietti. L'obiettivo era di chiedere una "riforma strutturale del settore" dopo lo stop dovuto all'emergenza Covid (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - MAPPE E GRAFICI - L'EMERGENZA IN LAZIO E A ROMA). Gli occupanti hanno assicurato che "tutto si sta svolgendo nel rispetto delle disposizioni sanitarie" e che si sono sottoposti a tampone. "Dopo più di un anno dal blocco degli spettacoli dal vivo chiediamo una riforma strutturale del settore - scrivono su Facebook i manifestanti -. Non vogliamo una riapertura senza sicurezza, che ci faccia ripiombare in un mondo del lavoro ancora più incerto e privo di garanzie. Riapriamo questo spazio a tutte le precarie, a tutti gli sfruttati, per riappropriarci di un tempo di confronto e autoformazione".

L'occupazione

Durante l'occupazionesono stati organizzati in mattinata "tavoli tematici - ha spiegato una rappresentante - i cui contenuti saranno poi riportate in assemblee in streaming (chi parteciperà in presenza potrà fare il tampone fuori dal teatro a soli 5 euro, ndr). Fra i temi, la riforma del settore, il reddito di continuità, le questioni del sessismo con tutte le violenze che si porta dietro e l''ecosistema culturale". "Si è occupato il Globe - dice una rappresentante- anche per la persona che simbolicamente rappresenta Gigi Proietti, maestro e figura importantissima a cui tutti i romani sono affezionati. Non so cosa direbbe oggi lui, ma nelle sue interviste ricordava spesso che la cultura non è né alta né bassa, ma è popolare, appartiene a tutti".

"Franceschini e Orlando parlino con noi"

Un gesto "forte, di rabbia che siamo stati costretti a fare per rimettere al centro dell'attenzione, dopo un anno in cui ci siamo trovati contro un muro di gomma, i lavoratori di questo settore, ma non solo - spiega in conferenza stampa uno dei rappresentanti dell'Occupazione, promossa fra gli altri da Autorganizzati Spettacolo Roma, C.l.a.p - Camere del lavoro autonomo e precario, Il campo Innocente, presidi Culturali Permanenti -. Non chiediamo le riaperture subito. Dobbiamo cambiare radicalmente il settore, per ripartire tutti in sicurezza con una riforma che dia a tutti più tutele anche economiche. Serve un reddito che ci liberi da precarietà e sfruttamento che troppo spesso si subiscono nei luoghi di lavoro".
Si è scelto di occupare il Globe "perché ha un fortissimo legame con la città: è un posto che amiamo e vogliamo tutelare - aggiunge - un luogo pubblico della cultura. E pensiamo che in questa fase soprattutto le istituzioni pubbliche debbano stare vicino ai lavoratori". È necessario "un tavolo con più di un ministero" sottolinea un'altra rappresentante. Fra i temi del dialogo "ci deve essere il reddito di continuità, necessario per non essere precari e ricattati a vita. Un provvedimento che vorremmo poi fosse esteso a tutte le categorie precarie di lavoratori anche attraverso un reddito universale". Quindi "facciamo innanzitutto appello ai ministri Franceschini e Orlando - aggiunge -: chiediamo che vengano a confrontarsi con noi. Non siamo solo a Roma, siamo a Milano al Piccolo, al Mercadante di Napoli e presto in altri teatri. Da parte dei ministri venire sarebbe un primo passo importante".

Fruci: "Per quanto possibile farò da portavoce per richieste"

In conferenza stampa l'assessora alla Cultura di Roma Capitale, Lorenza Fruci, esprime "solidarietà a queste istanze. Nella mia precedente vita ero un'operatrice culturale e conosco certe dinamiche - spiega -. Per quanto possibile mi farò portatrice delle vostre richieste, sono qui per dialogare con voi. Vi chiedo che questa sia un 'occupazione costruttiva e pacifica".

Solidarietà da festival e artisti

Oltre che da decine di realtà, festival e artisti, da Ascanio Celestini e Giorgio Barberio Corsetti, direttore artistico del Teatro di Roma (presenti alla conferenza stampa) a Emma Dante e, fra gli altri, l'associazione Non una di meno e il Festival di Sant'Arcangelo, la solidarietà arriva anche da Alessandro Fioroni, a capo della parte gestionale del Globe e da Carlotta Proietti, che oltre ad essere attrice, è fra i curatori della programmazione: "La nostra reazione stamattina è stata un po' di confusione, perché non sapevamo nulla - spiega -. Ma ovviamente c'è la nostra solidarietà. Mi sento di chiedervi con tutto il cuore, trattatecelo bene perché stiamo facendo di tutto per ripartire quest'estate con una stagione, proprio per far lavorare le persone".

La nota del Teatro di Roma

"Il Teatro di Roma-Teatro Nazionale - si legge in una nota - esprime solidarietà per le rivendicazioni manifestate dalla mobilitazione della rete di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo nel corso dell'occupazione di questa mattina al Globe Theatre, e ne accoglie il dialogo costruttivo e responsabile per un confronto sociale, politico e strutturale che riconosca l'importanza del lavoro artistico e la necessità di riformare il settore. Un segnale di grande valore simbolico e civile a cui il Teatro Nazionale si associa, sostenendo l'iniziativa che auspica possa ottenere nei prossimi giorni risoluzioni concrete e diventare una chiave di volta per una riforma strutturale dello spettacolo dal vivo e della cultura, un settore complesso e stratificato che la pandemia ha reso ancora più fragile". Ricordando le manifestazioni in tutta Europa e quelle più recenti del Piccolo di Milano e del Mercadante di Napoli, proseguono dal TdR, "si apre oggi anche a Roma, a partire dal Globe Theatre, da quattro anni parte del Sistema dei teatri pubblici coordinato dal Teatro di Roma e promosso da Roma Capitale, un discorso collettivo per immaginare nuovi modelli di cultura sempre più accessibili e partecipati". Il Teatro di Roma ribadisce quindi "il suo sostegno all'iniziativa della rete, che si propone di intrecciare quelle degli altri lavoratori e lavoratrici precarie dei diversi settori, richiedendo misure adeguate e strutturali che possano rispondere alle esigenze dell'ecosistema culturale e ripensarne i meccanismi, perché torni ad essere lo spazio in cui ritrovarsi in piena sicurezza e costruire la collettività. La solidarietà è estesa anche a tutto il gruppo di operatrici e operatori impegnati a lavoro proprio in questi giorni al Globe Theatre per garantire e preparare il ritorno in presenza".

Franceschini: “Sono con voi”

"Ho apprezzato il tono costruttivo e positivo del vostro intervento, della vostra protesta, sono qui per dirvi che io non sono la vostra controparte, io ho il dovere di essere il vostro rappresentante nelle istituzioni", così il ministro della cultura Franceschini si è presentato a sorpresa oggi pomeriggio al Globe Theatre per parlare con i ragazzi e gli artisti che animano la protesta. "Posso riuscire a fare questo lavoro più o meno bene, ma ho il dovere di rappresentare il vostro mondo. È quello che ho cercato di fare dall'inizio della pandemia, quando è arrivata questa bufera che ha travolto tante categorie e in modo particolare la cultura- ha detto Franceschini – Abbiamo cercato di intervenire con provvedimenti d'urgenza e per la prima volta in un settore che non li aveva sono arrivati gli ammortizzatori sociali. Questo lavoro si può migliorare e io sto continuando a insistere perché anche nel decreto Sostegni questi interventi continuino per i luoghi che restano chiusi o che potranno riaprire in maniera parziale". La parte più importante del lavoro, ha sottolineato il ministro, è stata quella di censire il settore , "per avere una mappa precisa dei lavoratori intermittenti. E quello che ci deve impegnare ora, e lo stiamo già facendo, è trovare una norma che introduca in maniera permanente alcune protezioni che abbiamo introdotto in emergenza e che renda permanenti le forme di protezione dei lavoratori del settore". “In queste ore - ha concluso - evitare che chi ha avuto i fondi di emergenza ma non ha potuto versare i contributi sufficienti per il proprio percorso pensionistico nel 2020-21 abbia riconosciuti comunque dei contributi figurativi per i due anni e che questi non siano persi rispetto al percorso previdenziale. È una grande operazione che dobbiamo fare con il ministero del Lavoro, ascoltando le associazioni di categoria. La Commissione parlamentare ha finito un'indagine conoscitiva e la renderà nota la prossima settimana e darà un quadro più chiaro in cui poter intervenire per dare non solo una garanzia dell'uscita dall'emergenza ma anche nuove prospettive per i lavoratori del settore che per troppi decenni non le hanno avute", ha concluso il ministro, che ha confermato l'incontro previsto con i rappresentanti di categoria per il prossimo 22 aprile insieme al Ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

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