Roma, protesta dei lavoratori dello spettacolo in piazza Montecitorio

Lazio

I manifestanti hanno voluto denunciare lo stato di crisi del settore causato dalle misure per fronteggiare l'emergenza sanitaria e ora chiedono di organizzare le riaperture

Centinaia di lavoratori dello spettacolo hanno dato vita a un corteo di protesta, arrivato in piazza Montecitorio a Roma, in occasione della manifestazione nazionale del settore che si è svolta oggi in molte città italiane. “Cultura Whatever it takes ", era scritto su uno degli striscioni dei lavoratori che hanno voluto denunciare lo stato di crisi del settore causato dalle chiusure imposte per fronteggiare l'emergenza sanitaria e che ora chiedono di organizzare le riaperture. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

La protesta dei lavoratori dello spettacolo

“Facciamo sentire la nostra voce, siamo fermi da un anno, chiediamo lavoro, dignità, reddito, non solo per la nostra categoria, ma speriamo anche per tutti gli altri lavoratori precari", ha detto dal palco in uno dei tanti interventi Riccardo, attore di professione."Nessuno di noi pensa sia possibile riaprire in modo indiscriminato i teatri senza i protocolli di sicurezza – commenta Leonardo, anche lui attore – Mi piacerebbe che come nel resto dei paesi civili d'Europa si stanziassero risorse adeguate anche per i lavoratori della cultura. L'Italia è ultima, anche rispetto a Paesi come Grecia e Portogallo". Eugenia e Giacomo, giovani danzatori precari del corpo di ballo dell'Opera di Roma sperano soprattutto di poter rientrare al più presto in teatro anche solo per provare "perché siamo fermi da un anno e come lavoratori precari non veniamo impiegati negli spettacoli in streaming".

La protesta dei lavoratori
©Ansa

“Serve una riforma strutturale”

Annamaria e Cristina, che lavorano da attrici, registe e all'occorrenza tuttofare in teatro da oltre 38 anni sottolineano la necessità "di una riforma strutturale che faccia emergere i tanti ricatti a cui siamo sottoposti in questa professione. Condizioni che spesso ci portano a lavorare a nero e senza tutele ". In questi mesi di pandemia, "mi sono ritrovata per forza di cose ad essere figlia" spiega Sarah Amitrano, artista di strada e di teatro contemporaneo che comunque ha formato negli ultimi mesi, un gruppo con sette colleghi chiamato SanificaClowns per portare momenti di spettacolo nelle piazze e dove possibile, "moltissimi di noi sono rimasti senza alcuna forma di entrata e a volte abbiamo anche scoperto che alcuni contributi non ci sono stati mai versati – sottolinea – io però mi rifiuto di rinunciare alla mia arte e alla mia passione". Miriam Abutori, performer, attrice, trampoliera e fondatrice dell'Accademia degli artefatti dice: "in questo Paese il nostro lavoro di performer equivale a niente nella considerazione delle persone e delle istituzioni. Insieme a una riforma strutturale e legislativa che garantisca diritti serve anche un cambiamento culturale”. Tra i pochi volti noti in piazza, Paola Pitagora: "È un momento difficilissimo, ma iniziative come questa servono ad attirare l'attenzione sulle battaglie dei tanti lavoratori e lavoratrici del settore, tra i quali tantissimi giovani. Purtroppo ora non ci sono prospettive, siamo tutti legati alla diffusione di questa pandemia".

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