Omicidio Cerciello Rega, teste in aula: “Bendai Natale per calmarlo”

Lazio

Il carabiniere Fabio Manganaro, indagato per il reato di misura di rigore non consentita dalla legge e ora sospeso dal servizio, ha raccontato quanto accaduto nelle ore successive all’omicidio del vicebrigadiere: "Lo bendai per preservare l'indagine e per l'incolumità del soggetto"

“Volevo riportare alla calma Natale, per questo l'ho bendato". Lo ha dichiarato in aula Fabio Manganaro, il carabiniere che bendò Natale Hjorth, il giovane statunitense accusato insieme al connazionale Finnegan Lee Elder dell'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega il 26 luglio dell’anno scorso. Natale venne bendato in una caserma dell'Arma poche ore dopo i fatti. "Il bendaggio durò 10 minuti scarsi - ha detto il teste indagato in procedimento connesso per il reato di misura di rigore non consentita dalla legge e ora sospeso dal servizio -. Non avevo mai bendato un fermato ma in quel contesto lo feci per preservare l'indagine e per l'incolumità del soggetto”.

La testimonianza

Tornando alle ore successive all'omicidio, Manganaro ha ricordato che quando Natale "fu portato in ufficio la tensione era elevatissima, c'era un gran vociare, c'erano urla, Natale tento' anche di divincolarsi dalla presa di un maggiore, era agitato. Quando Andrea Varriale (collega di pattuglia quella notte con Cerciello, ndr) vide Natale disse 'è lui, è lui' e provò a scagliarsi contro e io mi frapposi - ha detto il teste -. C'era agitazione, vidi Elder in piedi in corridoio con accanto un collega che mi disse che stava lì per farlo calmare perché al suo arrivo era stato oggetto sputi". E ancora: "Notai un foulard appeso all'appendiabiti e lo bendai. Il mio scopo era quello di riportare alla calma il soggetto. E in quella circostanza dissi a Natale che se si fosse tranquillizzato gli avrei tolto la benda e anche le manette, cose che poi ho fatto. Nessuno mi disse di sbendarlo".

Ascoltato un altro carabiniere

Nel corso dell'udienza è stato ascoltato anche un altro carabiniere che era nella caserma di via In Selci in quelle ore. "Non avevo mai visto nessuno bendato - ha detto Michele Nicassio, all'epoca dei fatti in servizio alla stazione Farnese -. Il 26 luglio ero a riposo, venni informato alle 5 di mattina dell'accoltellamento di Cerciello". "Dall'ospedale - ha proseguito - andai a piazza Farnese e poi al Nucleo Investigativo per stare vicino a Varriale. Ho visto Natale quando era già nella stanza, non sono entrato subito perché c'era tanta gente, sono entrato in un secondo momento. A me importava solo che li avessero presi. Ricordo Natale spaesato nella stanza, ricordo - ha concluso - che Varriale altri si sono avvicinati facendogli domande di rito, come si chiamasse, da dove veniva”.

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