La prima aggressione, nei confronti di altri trapper, è avvenuta lo scorso 7 marzo in uno studio di registrazione. La seconda, che risale ad aprile, si sarebbe consumata in strada ai danni di un extracomunitario. I quattro sono destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare domiciliare
Avrebbero commesso due brutali aggressioni, di cui uno a sfondo razziale, pubblicando sul web le immagini delle violenze. Quattro trapper, tra i 23 ed i 36 anni, ritenuti gli autori degli episodi avvenuti tra marzo e aprile a Roma sono stati arrestati dalla polizia: sono tutti destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare domiciliare. Tutti esperti di arti marziali e pugilato, sono accusati dei reati di sequestro di persona, violenza privata, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Le indagini
Le indagini sono state condotte dagli investigatori della Digos, diretti da Giampietro Lionetti, e coordinate dalla Procura. A tradire gli indagati è stato il "film" delle violenze pubblicato a distanza di poche ore sul web in cui si vedevano le vittime ripetutamente colpite fino a subire serie lesioni personali.
Il pestaggio di marzo
Il primo episodio, che risale al 7 marzo, si è consumato pochi minuti alla mezzanotte. Il branco ha fatto irruzione in uno studio di registrazione musicale dove altri trapper erano intenti a suonare, dando il via alla violenza cieca. I quattro, impedendo fisicamente ogni via di fuga, hanno colpito usando colpi di arti marziali e pugilato. Durante l'aggressione le vittime, sanguinanti, sono state costrette a restare in ginocchio e con lo sguardo rivolto in basso. Le violenze sono durate almeno un'ora, fino a quando i quattro si sono allontanati dalla sala di registrazione.
L’aggressione a sfondo razziale di aprile
Ad aprile, invece, si sarebbe consumata l'aggressione a sfondo razziale quando il branco si è scagliato improvvisamente e senza alcun motivo contro un passante, un extracomunitario, che è stato anche insultato.
Il gip: “Brutalità e disprezzo dei valori civili”
"Desta particolare allarme la circostanza che gli aggressori, lungi dal temere le conseguenze del proprio gesto, abbiano deciso di pubblicare video, evidentemente ritenendo che la violenza e l'umiliazione costituiscano modalità con cui ottenere il gradimento dei propri seguaci", afferma il gip di Roma nell'ordinanza con cui ha disposto gli arresti per i 4 trapper. "La vastissima diffusione dei video, desumibile dal numero di visualizzazioni rende evidente l'offensività della condotta e in particolare il pericolo concreto di diffusione di atti di violenza connotati da motivi discriminatori. La scelta di filmare gli atti di violenza - aggiunge il giudice Chiara Gallo - e di diffonderli come trofeo e prova di superiorità nei confronti delle vittime dimostra che gli indagati non soltanto sono inclini alla sopraffazione ma anche del tutto sforniti di consapevolezze e di capacità di autocritica". Per il giudice, inoltre, il "clima di omertà che emerge dagli atti (una delle vittime dopo le ferite riportate non si è recata in ospedale e nessuno degli aggrediti ha presentato querela, né dopo essere stata espressamente interpellata) correlato alla capacità intimidatoria degli indagati, sono elementi concreti da cui desumere un rischio di inquinamento probatorio legato a possibili ritrattazioni o ricostruzioni più benevole dei fatti". Dalla visione dei filmati "emerge chiaramente la brutalità, la gratuità e il disprezzo verso l'altro che hanno connotato le condotte criminose e che rivelano come gli indagati sebbene persone di giovane età, abbiano scelto uno stile di vita privo di ogni riferimento ai valori fondanti la civile convivenza e siano di conseguenza contraddistinti da un elevatissimo livello di pericolosità sociale, allo stato non controllabile", conclude il giudice.