"Sono felice di questa sentenza - ha dichiarato l'ex sindaco - non solo per le conseguenze di giustizia contabile ma soprattutto perché ci rende giustizia dal punto vista politico e amministrativo"
La Corte dei Conti della regione Lazio, con sentenza 255/2020, ha assolto dalle accuse sul Piano rifiuti di Roma l'ex sindaco Gianni Alemanno, insieme all'allora assessore all'ambiente Marco Visconti e ai due dirigenti del settore Tommaso Profeta e Fabio Tancredi.
A giudizio
I due politici ed i due dirigenti dirigenti erano stati chiamati in giudizio per un presunto danno erariale di 1.351.713 euro perché secondo la procura di viale Mazzini il Patto per Roma siglato con il Ministero dell'Ambiente nel 2012 non era stato rispettato. In realtà tutta l'accusa si era basata, come è stato riconosciuto dai giudici della Corte dei Conti, su un equivoco nel computo della raccolta differenziata annuale degli anni dell'amministrazione Alemanno e successivamente anche in quella delle amministrazioni Marino e Raggi.
Le parole di Alemanno
"Sono felice di questa sentenza - ha dichiarato l'ex sindaco Gianni Alemanno - non solo per le conseguenze di giustizia contabile ma soprattutto perché ci rende giustizia dal punto vista politico e amministrativo. Durante la nostra amministrazione la raccolta differenziata della capitale viene quasi raddoppiata passando dal 19% al 30,2% un balzo in avanti mai registrato né prima né dopo i nostri anni punto. Solo la faziosità di certa opposizione politica e sociale, amplificata acriticamente da alcuni settori della stampa, poteva negare questa evidenza, riportata in tutte le statistiche ufficiali del settore. Quello che colpisce è che la procura contabile abbia preso per buone queste illazioni aprendo un procedimento su cui è stata messa oggi la parola fine dai giudici nella Corte dei Conti. Un passo dopo l'altro anche i tribunali rendono giustizia agli sforzi fatti dalla nostra amministrazione".