Open Arms, Salvini: “Sono tranquillo, le carte parlano chiaro”

Lazio

Lo ha dichiarato il leader della Lega alla vigilia del voto di palazzo Madama sulla richiesta a procedere nei suoi confronti: “Non devo fare alcun appello a nessuno. Aspetto che i senatori votino in coscienza”

"Sono assolutamente tranquillo e sereno: le carte parlano chiaro. Non devo fare alcun appello a nessuno. Aspetto che i senatori votino in coscienza. Voglio vedere se i Cinque Stelle diranno che erano d'accordo, come è scritto nero su bianco, o se vogliono andare avanti con un processo politico". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, parlando del voto di domani a palazzo Madama sulla richiesta a procedere nei suoi confronti per il caso Open ArmsA chi gli chiede se si aspetti o meno un voto a lui favorevole da parte di Iv, replica: "Io non mi aspetto nulla da nessuno. Le carte parlano chiaro".

"Ho agito insieme a Conte, era nel programma"

"Io mi aspetto che qualcuno esprima dignità, onestà e correttezza, se devo andare a processo non sarà la prima volta. Io ho agito a difesa del mio Paese e quello che ho fatto l'ho fatto in compagnia del premier Conte, ho fatto quello che c'era nel programma di governo, non ritengo che ci sia stato un errore o reato. Se qualcuno domani ritiene che sia un reato ne risponderemo in tanti. Vorrà dire che Conte mi accompagnerà un po' a Catania e un po' a Palermo e prenderemo una granita", ha detto ancora Salvini nel corso di una conferenza stampa alla Camera.

La memoria difensiva

"Appare da questa ricostruzione come l'interesse pubblico coinvolto sia di limpida e cristallina evidenza sotto molteplici e svariati profili, che segnano inequivocabilmente la linea su cui si è articolata tutta l'attività della compagine governativa nella gestione dell'evento". Lo si legge nella memoria difensiva presentata lo scorso 17 febbraio da Matteo Salvini sul caso Open Arms. "Da un attento esame dei fatti accaduti - si legge ancora nel documento - non può ritenersi sussistere nessuna violazione di norme penali in quanto la condotta che mi viene contestata è insussistente e comunque essa altro non è che un'automatica conseguenza delle scelte politiche effettuate dall'intera compagine governativa nel perseguimento dell'interesse pubblico a un corretto controllo e a una corretta gestione dei flussi migratori nonché a una piena tutela dell'ordine pubblico e, più in generale, un doveroso atteggiamento di salvaguardia delle prerogative costituzionali dello Stato italiano sulla scorta delle relazioni internazionali e del diritto internazionale in condizione dí parità con gli altri Stati". 

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