Roma, intascavano fondi pubblici: 28 indagati tra cui dirigente Mise

Lazio

Secondo gli investigatori, il dirigente e un commercialista avrebbero operato per far ottenere finanziamenti pubblici erogati dal Ministero dello Sviluppo Economico ad alcune società i cui conti poi venivano svuotati

I carabinieri del Comando provinciale di Roma hanno arrestato 28 persone, tra cui un dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico e un commercialista, indagate a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e al trasferimento fraudolento di valori, traffico d'influenze con l'aggravante della qualifica di pubblico ufficiale, truffa aggravata, emissione di fatture per operazioni inesistenti, malversazione a danno dello Stato, millantato credito aggravato in concorso. 

Nel corso dell’operazione i carabinieri hanno sequestrato 25 immobili, 290 conti correnti e partecipazioni societarie per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro.

I provvedimenti cautelari

Dei 28 arrestati, 12 si trovano ora nel carcere di Regina Coeli, mentre gli altri 16 sono ai domiciliari a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. I carabinieri hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Roma su richiesta della procura. La prima riguarda nove personementre la seconda ordinanza di custodia cautelare ha colpito 19 persone che, secondo gli investigatori, mediante la costituzione di società fittizie intestate a prestanome, emettevano documenti fiscali per operazioni inesistenti per riciclare denaro proveniente da altre società attive e commettere reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto. 

Le accuse

Secondo gli investigatori, il dirigente e il commercialista avrebbero agevolato l'assegnazione di fondi pubblici erogati dal Ministero dello Sviluppo Economico ad alcune società e, una volta ottenuti i finanziamenti, ne avrebbero svuotato i conti. Per gli inquirenti lo schema utilizzato era sempre lo stesso: venivano individuate delle società operanti in svariati settori (dall'attività logistica e di facchinaggio, alla trasmissione e diffusione di programmi radio-televisivi) che grazie all'aiuto del commercialista indagato avanzavano al Ministero dello Sviluppo Economiche le richieste di finanziamento. A questo punto il dirigente del Dicastero avrebbe caldeggiato le istanze e aiutato a far ottenere il denaro. I conti correnti delle società, una volta ricevuti i fondi, venivano svuotati nel giro di pochi giorni e il denaro confluiva sui conti correnti degli indagati o di persone a loro vicine. Tra novembre 2018 e settembre 2019 sarebbero state erogate somme per circa 1,5 milioni a tre diverse società.

Il gip: "Come topi intorno al formaggio"

"Topi intorno al formaggio, costituito dalla pubblica prebenda, dalla concessione per un bar, dalle pubbliche finanze, dai risparmi privati di padri che vogliono sistemare i figli in un lavoro a tempo indeterminato, a loro volta non curanti di ogni regola". Lo scrive nell'ordinanza il gip Valerio Savio. Per il giudice, si tratta di "personalità di notevole capacità a delinquere (per alcuni di grado elevato) capaci di atti e comportamenti altamente dannosi per la collettività, essendo modalità e circostanze connotate da elevatissima preordinazione e da altrettanta elevata capacità di predisporre mezzi e organizzarli con non frequentemente pianificazione ed efficacia".

Ai domiciliari anche un dirigente di Polizia Penitenziaria

A finire ai domiciliari anche un dirigente della Polizia Penitenziaria in servizio alla Direzione Generale della Formazione. Nel corso delle indagini del Nucleo investigativo dei carabinieri sarebbe stata documentata l'illecita attività dell'uomo che, dietro compensi tra i 2mila e i 37mila euro, vantando conoscenze presso il Ministero della Giustizia ed altre Amministrazioni, prometteva l'assunzione di diverse persone nella Pubblica Amministrazione. 

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