Lo ha riferito l'assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, specificando che "sono stati effettuati circa 700 tamponi tra pazienti, operatori e soggetti esterni". Intanto l'istituto ha diffuso una nota in cui smentisce la notizia secondo cui l'origine del contagio sarebbe legata ai propri operatori
"Sono ad oggi 37 i casi riferibili al focolaio dell'Irccs San Raffaele Pisana di Roma e siamo in attesa dell'esito degli ultimi tamponi". Lo ha comunicato l'assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, parlando delle persone contagiate dal Coronavirus (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE - L'EMERGENZA A ROMA) nel focolaio riscontrato nella struttura, da ieri 'zona rossa' e isolata con un cordone sanitario. "Sono stati effettuati circa 700 tamponi tra pazienti, operatori e soggetti esterni - ha aggiunto D'Amato -. Al momento i casi positivi sono stati tutti trasferiti dalla struttura. Rimangono solo una decina di tamponi su circa settecento che vanno riprocessati per indeterminatezza". Sull'origine del focolaio il Commissario straordinario della Asl Roma 3, Giuseppe Quintavalle, ha dichiarato che "al momento è probabile che il caso indice del focolaio sia riferibile ad alcuni operatori della struttura. In una nota l'istituto ha precisato che "sono state scrupolosamente rispettate e applicate tutte le disposizioni nazionali e regionali emanate al fine della protezione dei pazienti ed operatori dal rischio contagio da Covid 19" e smentito la notizia secondo cui sarebbe stata già accertata l'origine del contagio.
D'Amato: "Focolaio circoscritto"
"Sono stati processati gli ultimi tamponi relativi al focolaio dell'IRCCS San Raffaele Pisana. Sono risultati ulteriori due positivi e si tratta di parenti di pazienti della struttura. Il totale complessivo dei casi positivi sale così a 37. Al momento il focolaio è circoscritto e l'ipotesi maggiormente accreditata circa il caso indice è riferita ad alcuni operatori, siamo però in attesa delle conclusioni dell'audit", ha spiegato D'Amato.
"Da domani l'indagine epidemiologica verrà estesa in prima battuta ai pazienti e ai loro contatti stretti dimessi dalla struttura nelle ultime tre settimane ovvero a partire dal 18 di maggio - ha precisato l'assessore -. Potranno recarsi per i test, in sicurezza, da domani mattina in uno dei due drive-in della Asl Roma 3 situati presso l'ex ospedale Forlanini (entrata piazza Carlo Forlanini) e il secondo in via di Casal Bernocchi, 73. Verrà fatto contestualmente anche un recall telefonico da parte della Asl e si risalirà a tutti i contatti. Li andremo a cercare uno ad uno".
"Il focolaio è stato contenuto grazie alla tempestività dell'intervento da parte della sanità pubblica - prosegue D'Amato -. Da domani partono i test a tutti i pazienti dimessi e i contatti stretti presso i drive in della Asl Roma 3. Questo focolaio dimostra che non bisogna abbassare la guardia e vanno rispettate tutte le indicazioni. Rimangono solo una decina di tamponi su circa settecento che vanno riprocessati per indeterminatezza".
L'istituto: "Ancora non è stata accertata l'origine del contagio"
L'istituto ha diffuso una nota in cui smentisce la notizia secondo cui l'origine del contagio sarebbe legata ai propri operatori. "L'Irccs San Raffaele di Roma, in relazione alle notizie di stampa sull'origine del contagio di alcuni pazienti ed operatori smentisce che ne sia stata accertata la effettiva provenienza ed in particolare che siano stati i propri operatori la causa della diffusione del virus all'interno della struttura in quanto e' ancora in corso l'indagine epidemiologica alla quale la direzione sanitaria sta prestando la massima collaborazione. Pur non intendendo scendere in sterili ed inutili polemiche e contrapposizioni strumentali -si legge ancora nella nota-, l'istituto ribadisce che, contrariamente a quanto riportato nelle comunicazioni regionali, dai dati in possesso della struttura e messi a disposizione della asl sembra emergere una origine derivata dall'invio di pazienti già positivi da parte di alcuni presidi ospedalieri come appare possibile anche dagli approfondimenti che sarebbero stati disposti dalla asl nei confronti di tali presidi. Ogni illazione e conclusione mediatica appare quindi del tutto prematura, pretestuosa e fuorviante.
"Non ci sono state negligenze"
"Quanto infine alla citazione nei comunicati e dichiarazioni regionali in merito a presunte "negligenze" della struttura - sottolinea la nota - si precisa nuovamente che al contrario sono state scrupolosamente rispettate ed applicate tutte le disposizioni nazionali e regionali emanate al fine della protezione dei pazienti ed operatori dal rischio contagio da Covid 19. Di tali misure rigorosamente rispettate e' già stata fornita piena evidenza fattuale e documentale alla asl RM 3". L'irccs San Raffaele di Roma confida, pertanto, "che l'indagine epidemiologica in atto ed alla quale pienamente collabora potrà dimostrare la correttezza dell'operato dell'istituto, smentendo così tali generiche e non dimostrate affermazioni regionali ampiamente riportate da tutti i media con piena riserva della tutela in ogni sede dell'immagine e dell'onore dell'Istituto e dei suoi operatori ai quali va il ringraziamento più sentito per l'abnegazione e lo spirito di servizio e sacrificio sin qui dimostrato".
Asl Roma 3: "Probabile che focolaio sia nato da operatori"
"Al momento è probabile che il caso indice del focolaio presso l'IRCCS San Raffaele Pisana - comunica il Commissario straordinario della Asl Roma 3, Giuseppe Quintavalle- sia riferibile ad alcuni operatori della struttura anche perché, secondo l'ordinanza regionale del 18 aprile 2020, i pazienti ammessi nella struttura, oltre ad essere sottoposti ad un adeguato distanziamento e l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, debbono per 14 giorni essere posti in isolamento precauzionale. Tuttavia la Asl Roma 3, attraverso il dipartimento di prevenzione e la direzione sanitaria e in collaborazione con il Seresmi, attende le conclusioni dell'indagine epidemiologica".