Eseguite quattro ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e due ai domiciliari, nei confronti di un gruppo di persone ritenute responsabili di estorsione, usura ed esercizio illecito dell'attività creditizia
Operazione della polizia a Roma. Alle prime ore del mattino gli agenti hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e due ai domiciliari, nei confronti di un gruppo di persone ritenute responsabili di estorsione, usura ed esercizio illecito dell'attività creditizia.
L'indagine
L'attività investigativa è iniziata nel 2018, quando i poliziotti avevano raccolto elementi a carico del presunto capo della banda e, attraverso appostamenti e pedinamenti, il 13 dicembre dello stesso anno lo avevano arrestato in flagranza per estorsione, mentre stava incassando con violenza e minacce, la rata di un prestito concesso a tasso usurario. L'episodio dell'arresto aveva avuto un vasto eco nel quartiere dove operava l'uomo, supportato dalla famiglia, che - per gli investigatori - aveva raggiunto nel corso del tempo una posizione criminale che incuteva timori.
Raccolte le dichiarazioni delle vittime
Gli agenti hanno raccolto molte dichiarazioni di vittime e informazioni che avrebbero consentito di ricostruire molte posizioni debitorie illecitamente ottenute dal gruppo criminale. Accertate responsabilità penali, a vario titolo, nei confronti dei quattro arrestati di oggi con la contestazione di 33 capi di accusa per estorsione, usura ed esercizio illecito dell'attività creditizia.
"Le operazioni che stiamo eseguendo in questi giorni sono il frutto del lavori di mesi, un lavoro pregresso su un fenomeno, quello dell'usura, che non si è fermato nemmeno con l'emergenza coronavirus. Un vero e proprio mondo parallelo su cui la Procura di Roma è costantemente impegnata", ha affermato il procuratore aggiunto di Roma, Lucia Lotti.
Il sequestro
Durante le operazioni in due delle abitazioni oggetto di perquisizione, gli agenti del commissariato di Primavalle hanno sequestrato un'ingente somma di denaro suddivisa in mazzette su ognuna delle quali era indicato il nominativo della vittima. Altro denaro era stipato in buste della spesa e nascoste nelle pareti, tra le intercapedini e dietro ai termosifoni. Inoltre, è stata trovata anche una svariata documentazione cartacea che al momento, è al vaglio degli inquirenti, tra cui anche agende sulle quali erano segnate a mano le cifre da dare in prestito.
Il gip: "Tenore di vita incompatibile con loro lavoro"
Il gruppo era in possesso di un parco auto composto da una Ferrari, Porsche, Bmw X5, Audi A8, i motocicli Yamaha T-Max ed Harley Davidson. Un tenore di vita che secondo il gip era "incompatibile con la loro attività lavorativa".
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