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Per la Cassazione il clan Fasciani è la mafia di Roma

Lazio

Si tratta, scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza del 29 novembre scorso, di “una presenza 'mafiosa', sebbene in modo diverso da altre città del Sud, ma non per questo meno pericolosa o inquinante il tessuto economico e sociale di riferimento" 

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"Si può affermare che anche la città di Roma ha conosciuto l'esistenza di una presenza 'mafiosa', sebbene in modo diverso da altre città del Sud, ma non per questo meno pericolosa o inquinante il tessuto economico e sociale di riferimento". E’ quanto rileva la Cassazione riferendosi al clan Fasciani. Lo si legge nelle motivazioni del verdetto con cui, il 29 novembre scorso, gli ermellini hanno reso definitive le condanne per associazione mafiosa e altri reati aggravati dall'uso del metodo mafioso nei confronti di 12 imputati del clan Fasciani.

Le condanne

I giudici della Seconda sezione penale, confermando in gran parte la sentenza d'appello del 4 febbraio 2019, avevano condannato a oltre 27 anni di reclusione il 'patriarca' del clan, Carmine Fasciani, a 12 anni e 5 mesi la moglie, Silvia Franca Bartoli, a 11 anni e 4 mesi la figlia Sabrina e a 6 anni e 10 mesi la figlia Azzurra.  

Le parole dei giudici

Secondo i giudici della Seconda sezione penale, il clan alla fine degli anni '90 ha fatto il "salto" da "associazione semplice" a clan mafioso usandone i "metodi". Inoltre, "ricondurre alla sola figura" del boss Carmine Fasciani "il complesso dei fenomeni criminali pur emersi dall'attività di investigazione sarebbe riduttivo e semplicistico". Perché "condotte di sistematica valenza criminale consumate e sedimentate nel corso degli anni e in settori ben precisi e diversificati non possono che essere espressione di un'azione articolata secondo un preordinato programma criminoso che vede naturalmente al vertice il 'capo'", che "deve necessariamente avvalersi di una struttura consolidata" senza la quale "da solo e soprattutto in un periodo in cui era detenuto agli arresti ospedalieri o controllato, nulla avrebbe potuto realizzare di significativo, tanto più in un territorio ove operavano (e operano) altri agguerriti sodalizi". Il riferimento è al quartiere di Ostia e alla 'famiglia' degli Spada. Con questo verdetto si afferma che non ci sono più solo le mafie a "denominazione di origine controllata" ma anche quelle "a forma libera" dal momento che "la complessità delle dinamiche sociali" richiede una "flessibilità" delle "tipologie espressive e delle forme di intimidazione" che ben possono "trascendere la vita e l'incolumità personale, per attingere direttamente la 'persona', con i suoi diritti inviolabili, anche relazionali, la quale vien ad essere coattivamente limitata nelle sue facoltà".

Raggi: "La mafia a Roma esiste"

La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha dichiarato in un tweet: "La mafia a Roma esiste. Cassazione conferma che clan Fasciani paragonabile alle cosche del sud Italia. Metodi sono gli stessi, uguale la pericolosità. Noi siamo sempre al fianco dei cittadini onesti e di chi combatte la criminalità".