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Omicidio Vannini, la procura: “Effettuati i rilievi necessari”

Lazio

E’ quanto sottolinea in una nota il procuratore di Civitavecchia Andrea Vardaro, dopo che ieri il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha annunciato l'avvio di un’azione disciplinare nei confronti del pm che ha condotto l'inchiesta, Alessandra D'Amore

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Subito dopo l'omicidio di Marco Vannini, 20enne ucciso a Ladispoli (Roma) nel 2015 a casa della fidanzata dal padre di lei, Antonio Ciontoli, "sono stati effettuati i rilievi necessari per l'accertamento dello stato dei luoghi". Lo sottolinea in una nota il procuratore di Civitavecchia Andrea Vardaro, dopo che ieri il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha annunciato - come riporta Il Messaggero - l'avvio di un’azione disciplinare nei confronti del pm che ha condotto l'inchiesta, Alessandra D'Amore, a cui verrebbe contestato di aver agito in maniera superficiale e di aver arrecato "un ingiusto danno ai genitori del ragazzo". L'ex pm di Civitavecchia D'Amore avrebbe già chiesto di essere ascoltata e la richiesta potrebbe essere accolta nei prossimi giorni. 

La nota del procuratore di Civitavecchia

L'impostazione della Procura di Civitavecchia nelle indagini sull'omicidio del ragazzo "è stata condivisa anche dalla Procura generale presso la Corte d'Appello di Roma, che ha proposto ricorso per Cassazione" contro la sentenza della Corte di Assise d'appello "che aveva riqualificato il fatto per tutti gli imputati come omicidio colposo. Come è noto la Corte di Cassazione ha accolto l'impugnazione della Procura Generale", prosegue l’attuale procuratore di Civitavecchia Andrea Vardaro nella nota. La scorsa settimana la Cassazione ha disposto un nuovo processo d'appello, accogliendo il ricorso, presentato anche dai familiari del ragazzo, contro la riduzione della pena per Antonio Ciontoli, sottufficiale della Marina distaccato ai servizi segreti, a cinque anni di reclusione rispetto ai 14 ricevuti in primo grado, riduzione conseguente alla riqualificazione dell'accusa da omicidio volontario a colposo.

La ricostruzione degli eventi dopo il decesso

L'intervento della procura è motivato dai "numerosi articoli di stampa, pubblicati in questi giorni, nei quali viene ipotizzata l'inadeguatezza e l'incompletezza delle indagini svolte" sull'omicidio di Vannini. E per questo il procuratore ricostruisce nel dettaglio quanto è stato fatto. "Dagli atti risulta che circa 30 minuti dopo il decesso, ufficiali di Pg del Nucleo operativo della Compagnia dei carabinieri di Civitavecchia si sono recati presso l'abitazione della famiglia Ciontoli, ove era stato esploso il colpo di pistola che aveva colpito Marco Vannini, e hanno effettuato un capillare sopralluogo, nel corso del quale sono stati sequestrati oggetti e indumenti, nonché un bossolo esploso e due pistole. Personale specializzato del Nucleo investigativo dei carabinieri Ostia ha proceduto, quindi, al prelievo di sostanze ematiche rinvenute all'interno del immobile, poi trasmesse al Ris di Roma per le indagini di laboratorio. Subito dopo il decesso pertanto sono stati effettuati i rilevi necessari per l'accertamento dello stato dei luoghi". Inoltre "si è proceduto inoltre al prelievo dei residui di polvere da sparo" su Antonio, Martina e Federico Ciontoli e sui loro indumenti. E nella stessa giornata è stato emesso un decreto urgente per intercettare le conversazioni di Antonio Ciontoli, dei figli e della fidanzata del figlio (tutti presenti nell'abitazione al momento dei fatti), mentre attendevano nel corridoio della stazione dei carabinieri di Civitavecchia il loro turno per essere sentiti dal pm. Le intercettazioni ambientali hanno contribuito in maniera determinante all'accertamento della dinamica dei fatti".
Nel corso delle indagini "è stata disposta una consulenza medico-legale collegiale e l'acquisizione dei tabulati telefonici relativi a numerose utenze; sono state sentite numerose persone informate sui fatti" tra le quali anche due vicini di casa; e "sono stati acquisiti i file riguardanti le chiamate al 118 effettuate da componenti della famiglia Ciontoli". Gli elementi di prova raccolti, sottolinea ancora il procuratore, "hanno consentito di richiedere rinvio a giudizio di Antonio Ciontoli e dei suoi familiari per il delitto di omicidio (doloso), rinvio a giudizio che è stato successivamente disposto dal gup". La procura ha poi impugnato la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Roma che ha condannato per omicidio doloso il solo Antonio Ciontoli e non anche i suoi familiari.  

Le parole dei genitori della vittima

"Non vogliamo commentare iniziative disciplinari ma ci limitiamo a dire che in primo grado le indagini sono state svolte in modo da raccogliere una montagna di elementi più che sufficienti a dimostrare la colpevolezza degli imputati. Nel caso va valutato il comportamento dei giudici". Lo afferma l'avvocato Celestino Gnazi, legale dei genitori di Marco Vannini, commentando l’iniziativa disciplinare nei confronti dell'ex pm di Civitavecchia. "Il pubblico ministero - prosegue il legale - nel processo di primo grado ha portato avanti l'accusa di omicidio volontario per tutta la famiglia Ciontoli e non era scontato. Così come non era scontato e semplice presentare un ricorso in Appello".

L'omicidio

Vannini venne ucciso il 17 maggio del 2015 con un colpo di pistola sparato dal padre della fidanzata Antonio Ciontoli; secondo la ricostruzione dell'epoca, il ragazzo si trovava a casa della ragazza, nella vasca da bagno, quando nella stanza è entrato Ciontoli per prendere da una scarpiera l'arma. Quindi sarebbe partito lo sparo, ferendo il ragazzo. Tuttavia, né Ciontoli né i suoi familiari si sono attivati per contattare i soccorsi, temporeggiando per quasi due ore. Le condizioni di Vannini nel frattempo si sarebbero aggravate, fino al decesso.