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Roma, scuola classista: ancora polemiche sull'istituto Via Trionfale

Lazio

“Già l'anno scorso il Consiglio d'istituto aveva invitato la preside a rimuovere quel passaggio 'incriminato' e lei non l'aveva fatto”, ha detto all’Ansa la madre di due alunne. Il Codacons sporgerà denuncia

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Sono tornati in classe fra le polemiche gli alunni dei quattro plessi dell'istituto Via Trionfale di Roma, che ieri ha pubblicato sul proprio sito internet una presentazione - poi rimossa - che diversificava le varie sedi scolastiche in base al rango socio-economico degli studenti. "Le scuole classiste come le classi classiste ci sono sempre state. E' stato solo mettere nero su bianco una realtà che purtroppo esiste", ha detto un genitore, mentre un altro ha sottolineato la gravità del fatto: "Mi sembra una cosa grave, soprattutto perché parliamo di una scuola pubblica. Far sparire la descrizione dal sito non elimina la discriminazione che è stata fatta" (LO SPECIALE SCUOLA).
I pareri dei genitori sulla vicenda sono contrastanti. "E' stata una forzatura - dice la mamma di un'alunna della sede di via Vallombrosa -. Letto in un altro modo può essere visto anche nella maniera opposta, ossia una scuola che accoglie tutti. Le insegnanti oggi erano mortificate, loro mettono l'anima in questo lavoro". A farle eco un'altra mamma: "Si sta travisando una descrizione un po' superficiale". Mentre c'è chi definisce quella presentazione "indecente". "La scuola non può pubblicare un testo di quel tipo - commentano altri genitori all'uscita - classificare i bambini in questo modo. Tra l'altro non rispecchia la realtà parlare di 'alta borghesia'. In questa sede c'è un ambiente variegato".

Il racconto di una madre

Una madre ha raccontato all’Ansa come la vicenda fosse già stata portata all’attenzione della preside. “E' una storia vecchia, mi sono meravigliata che sia venuta fuori ieri. Già l'anno scorso il Consiglio d'istituto aveva invitato la preside a rimuovere quel passaggio 'incriminato' e lei non l'aveva fatto”, ha detto la donna, “spiegando - ha aggiunto - in quell'occasione che non c'era alcun intento discriminatorio, ma che si stava adeguando a delle indicazioni ministeriali che invitano la scuola a fornire una fotografia fedele della realtà per adeguare i piani dell'offerta formativa". "E' una presentazione indecente perché non si possono presentare le scuole ghettizzandole in base al ceto sociale, alla condizione economica o alla presenza di bimbi stranieri". "Con altri genitori ci siamo vergognati che la dirigenza abbia presentato l'istituto in questo modo perché la scuola pubblica per definizione accoglie tutti i bambini indipendentemente dall'estrazione sociale”, ha concluso.

Il commento del viceministro dell'Istruzione Anna Ascani

Le fa eco Anna Ascani, viceministro dell'Istruzione: "Quando la scuola diventa ghetto fallisce nella sua missione. L'istituto Via Trionfale ha modificato la presentazione sulla pagina web. Ma qualcosa di questa vicenda resta e resterà", ha scritto su Facebook.  

Il ministro della Salute Speranza: "Scuola sia leva contro le disuguaglianze"

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Salute, Roberto Speranza. "Penso che la scuola e la sanità siano la leva fondamentale per combattere le diseguaglianze. Queste - ha detto il ministro a margine della prima riunione della Consulta per le professioni sanitarie - sono le due leve fondamentali che ha la società per costruire una comunità più giusta ed equa, in cui ciascuno venga messo sullo stesso piano". Qualora la scuola "non svolga questo ruolo - ha avvertito il ministro - siamo fuori da ogni mandato costituzionale e istituzionale. Al contrario, non conta quanti soldi hai, di chi sei figlio, il colore della tua pelle, ma hai sempre due diritti fondamentali: studiare ed essere curato. Penso - ha concluso - che questa sia una regola fondamentale da cui non bisogna allontanarsi nella maniera più assoluta".

Codacons sporgerà denuncia

Intanto, il Codacons ha annunciato che sta preparando un esposto contro i vertici dell'istituto scolastico. "Si tratta non solo di un gesto vergognoso e squallido, ma di un episodio che potrebbe costituire un reato - spiega il presidente Carlo Rienzi - Per questo abbiamo deciso di presentare una denuncia penale alla Procura della Repubblica di Roma contro dirigente scolastico e consiglio di istituto, in cui si ipotizza la fattispecie di istigazione alla discriminazione".