Omicidio di Serena Mollicone, Arma dei carabinieri sarà parte civile

Lazio

Lo ha deciso il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce. La ragazza venne trovata morta nel giugno del 2001 in un boschetto di Anitrella, nel Frusinate 

L'Arma dei carabinieri e il ministero della Difesa, così come nel processo sulla morte di Stefano Cucchi, sarà parte civile nell’eventuale processo sull'omicidio di Serena Mollicone, la 18enne di Arce (Frosinone) trovata morta nel giugno del 2001 in un boschetto di Anitrella, due giorni dopo essere scomparsa. Lo ha deciso il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, che ha rinviato al 7 febbraio per le questioni preliminari e ha fissato altre tre udienze nello stesso mese. Anche il padre della vittima, 71 anni, sarà parte civile nell’eventuale processo.

Gli indagati

Nel luglio scorso il procuratore di Cassino Luciano d’Emmanuele ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque indagati: il maresciallo Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, la moglie Anna Maria, il figlio Marco, il maresciallo Vincenzo Quatrale, e l'appuntato Francesco Suprano. Mottola, i suoi familiari e Quatrale sono accusati di concorso in omicidio. Per Quatrale inoltre si ipotizza anche l'istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi (morto nel 2008), mentre l'appuntato Francesco Suprano deve rispondere di favoreggiamento. "Non c'entriamo nulla con questo delitto e abbiamo le prove per dimostrarlo in aula. Speriamo che i veri colpevoli vengano individuati", hanno ribadito pochi giorni fa il maresciallo Mottola e i suoi familiari, assistiti dall'avvocato Francesco Maria Germani.

Le accuse

Per la Procura di Cassino la 18enne morì dopo essere stata spinta contro una porta dentro la caserma dei carabinieri di Arce, forse a causa di un litigio con il figlio del maresciallo Mottola, Marco. Secondo la perizia medico-legale, lo sfondamento della porta dell'alloggio della caserma dei carabinieri di Arce era compatibile con la frattura cranica riportata dalla studentessa. Fu inoltre accertata la "compatibilità tra i microframmenti rinvenuti sul nastro adesivo che avvolgeva il capo della vittima ed il legno della porta, così come con il coperchio di una caldaia della caserma", aveva spiegato il procuratore di Cassino, Luciano d'Emmanuele. La giovane era stata ritrovata con mani e piedi legati dal nastro adesivo e una busta di plastica in testa. La svolta nelle indagini si ebbe quando la perizia del Ris accertò come il corpo di Serena fosse stato portato nel boschetto dell'Anitrella in un secondo momento rispetto all'omicidio.

La vicenda processuale 

Due anni dopo il delitto fu arrestato con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere Carmine Belli, un carrozziere poi prosciolto nel 2006 da ogni accusa dalla Cassazione. Nel 2008 si tolse la vita il carabiniere Santino Tuzi che, prima di essere ascoltato dai magistrati, si uccise sparandosi nella sua auto.  

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