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Roma, ritrovato lo "scudo di Garibaldi": era in casa di un architetto

Lazio
Lo scudo di Garibaldi ritrovato dai carabinieri a Roma (ANSA)

Il reperto era sparito dal Museo Nazionale del Risorgimento, nel Palazzo del Vittoriano. Sul presunto trafugamento indaga in queste ore la procura della Capitale 

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I carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale, insieme ai militari della stazione di Roma Gianicolense, hanno ritrovato lo "scudo di Garibaldi" (FOTO) all'interno dell'abitazione di un architetto romano. Il reperto fu donato da Giuseppe Garibaldi in persona alla città, che decise di custodirlo nel Museo Capitolino, per poi essere trasferito presso il Museo Nazionale del Risorgimento, nel Palazzo del Vittoriano. Sul presunto trafugamento indaga in queste ore la Procura di Roma. 

La storia dello scudo

Lo scudo, custodito nel Museo Capitolino di Roma, fu poi trasferito presso il Museo Nazionale del Risorgimento, nel Palazzo del Vittoriano, come documentato in vari cataloghi di esposizioni dell'opera. A dispetto del suo inestimabile valore culturale, che testimonia un segmento temporale fondamentale per la storia dell'Italia, non è ancora chiaro come possa essere sparito dal Museo, per essere poi recentemente localizzato presso l'abitazione di un architetto romano. Stando alle indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Roma, sembrerebbe che il presunto trafugamento sia avvenuto nei primi anni del 2000.

La descrizione dell’opera

Si tratta di un'opera unica nel suo genere. È una scultura bronzea policroma di forma circolare, del diametro di 118 centimetri e del peso di circa 50 chilogrammi, realizzata da Antonio Ximenes, padre dello scultore Ettore Ximenes. Nel centro del reperto, al posto dell'antico brocchetto (ossia un ramo spinoso), che serviva per colpire il nemico, sporge una conchiglia (che rappresenta l’isola di Caprera, situata in Sardegna) sormontata dalla testa di Giuseppe Garibaldi. Fa da cornice una corona di quercia cinta da un nastro. Sulle foglie sono incise le principali battaglie combattute dal patriota italiano, da Montevideo e Digione.
L’oggetto è diviso in otto raggi, in ognuno dei quali sono incisi gruppi allegorici che riportano gli stemmi delle principali città italiane. Sono inoltre presenti icone simboliche che rappresentano la Carità, la Giustizia, la Gloria e la Scienza Strategica. L’opera è circondata da una corona d'alloro, sopra cui sono scolpiti i nomi di tutti i "Mille di Marsala" (per l’esattezza 1.089, ndr).