Il fatto risale a fine ottobre. Gli investigatori hanno confermato che il dispositivo poteva esplodere. Dai primi accertamenti si escluderebbe la pista anarco-insurrezionalista
Il ministero dell'Interno come destinatario, un detonatore collegato a delle batterie e un contenitore pieno di polvere pirica: un pacco bomba destinato al Viminale è stato intercettato negli uffici in via Marmorata, una delle principali sedi delle Poste nella capitale e disinnescato dagli artificieri della Polizia. Il fatto risale a fine ottobre, ma la notizia è stata diffusa solo oggi. Gli investigatori hanno confermato che il pacco poteva esplodere: al suo interno c’era l’innesco con batterie collegato ad un contenitore con della polvere pirica. Dai primi accertamenti, sarebbero già emersi una serie di elementi che escluderebbero un coinvolgimento di cellule anarco-insurrezionaliste. All'interno c'era un foglio 'firmato' da un fantomatico movimento 'Nemici dello Stato' e alcuni ritagli di giornale che facevano riferimento all'ex ministro degli Interni Matteo Salvini.
Le indagini
Sulla vicenda la procura di Roma ha aperto un fascicolo a carico di ignoti, ipotizzando il reato previsto dall'articolo 280 bis del codice penale: atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi. Le indagini per risalire al mittente sono state affidate dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e dal sostituto Francesco Dall'Olio alla Digos e all'Antiterrorismo
L’intervento degli artificieri
Durante i controlli di routine, uno degli addetti alle operazioni di sicurezza, dopo aver passato il pacco ai raggi X, si è accorto che c'era qualcosa che non andava. Le immagini sullo schermo evidenziavano infatti la presenza di una piccola macchia nera all'interno del contenitore. Il destinatario non era indicato: sulla scatola era presente solo la dicitura 'ministero dell'Interno', senza l'indicazione di un politico, di un funzionario o di un impiegato del Viminale. L'allarme è scattato immediatamente: negli uffici sono arrivati gli artificieri della Polizia e le verifiche tecniche hanno consentito di accertare che il pacco poteva effettivamente esplodere e provocare danni. All'interno c'era infatti un ordigno rudimentale composto da due parti: una con l'innesco, collegato a delle batterie ma senza un timer, e l'altra con una scatola di metallo contenente la polvere pirica. Le due parti, inoltre, erano collegate tra loro con alcuni fili elettrici.
Mauri: "In Italia clima eversivo preoccupante"
Sulla vicenda è intervenuto il viceministro dell'Interno, Matteo Mauri: "Nel paese c'è un clima eversivo preoccupante, soprattutto legato all'eversione di destra, anche se non sappiamo chi ha inviato il pacco, che è preoccupante", le sue parole da Pescara. E ancora: "Se non fosse stato intercettato e i controlli non avessero funzionato - ha aggiunto - ci sarebbe stata una bomba dentro il cuore del cuore dello Stato: non stiamo scherzando". In particolare Mauri ha definito "preoccupante il fatto che ci siano sempre più persone che si organizzano tra di loro, in casa, tra amici e sulle chat, e dicono cose che sono fuori dal mondo", come ad esempio chi voleva mettere su un partito nazista o chi ipotizzava di far saltare in aria una moschea. "Se non si interviene - ha concluso - si crea un clima che permette a queste persone, che mai si sarebbero sognate anni fa di dire in pubblico certe cose e adesso le pubblicano su internet e magari sono professori, allora significa che c'è un clima che permette ad alcuni di alzare la testa e invece questi la testa la devono tenere bassa".
La solidarietà della sindaca di Roma, Virginia Raggi
La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha commentato così l’episodio su Twitter: "Solidarietà al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e a tutti i dipendenti del Ministero. Il pacco bomba destinato al Viminale è un episodio inquietante. Si faccia subito chiarezza. Le istituzioni sono unite e non si lasciano intimidire".