In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Roma, uccise e fece a pezzi la sorella: confermata la condanna di 15 anni

Lazio
Il ritrovamento del cadavere

L'omicidio risale al 2017. Il fratello della vittima, di 64 anni, aveva confessato l'atroce delitto: "Non la sopportavo più, mi trattava male, in alcuni casi mi ha anche preso a schiaffi o umiliato davanti a mio figlio"

Condividi:

Un uomo di 64 anni, M.D., è stato condannato a 15 anni e quattro mesi di reclusione per le accuse di omicidio volontario aggravato dal fatto commesso contro la sorella, vilipendio di cadavere e occultamento di cadavere. La sentenza è stata emessa dalla prima Corte d'assise d'appello di Roma: i giudici hanno confermato la decisione del Gup, che nel dicembre dello scorso anno condannò il 64enne escludendo l'aggravante della premeditazione e concedendo le attenuanti del vizio parziale di mente sull'aggravante dell'aver agito in danno della sorella.

La vicenda

L'uomo nel 2017 strangolò la sorella Nicoletta e poi ne mutilò le gambe, le tinse di vernice blu e gettò i resti in alcuni cassonetti della spazzatura. Il 15 agosto 2017, nel quartiere Parioli della Capitale, una nomade, mentre rovistava in un cassonetto, trovò due gambe di donna tinte di vernice blu. Le indagini consentirono di scoprire che un uomo era stato ripreso da una telecamera di un esercizio commerciale intento a gettare qualcosa dentro quel cassonetto. Successivamente in altri cassonetti furono trovati anche gli altri resti della donna.

La confessione

Il 64enne confessò di avere lui stesso fatto a pezzi la sorella, con la quale abitava insieme da tempo dopo la morte della mamma: "Erano due mesi che stavo pensando di ucciderla ma il mio è stato un raptus, mi umiliava in continuazione. Appena rientrata in casa ha ripreso a darmi ordini, a trattarmi come un bambino. Ho aspettato che uscisse dal bagno e l'ho aggredita in salotto, strozzandola con una cintura. Non sopportavo più mia sorella, mi trattava male, in alcuni casi mi ha anche preso a schiaffi o umiliato davanti a mio figlio", il suo racconto.