Le indagini hanno messo in luce un articolato sistema di frode che avrebbe consentito ai membri di due sodalizi criminosi di appropriarsi di ingenti somme di denaro
Gli uomini della polizia di Stato e della guardia di finanza di Frosinone hanno eseguito 18 ordinanze di misura cautelare, di cui 11 obblighi di presentazione alla procura generale e sette divieti di esercitare attività imprenditoriali nei confronti dei presunti membri di due sodalizi criminosi attivi nel settore dell'accoglienza ai migranti.
Le indagini
Le indagini, dei poliziotti del commissariato di Cassino, della squadra Mobile e del Comando Provinciale della guardia di finanza di Frosinone, coordinate dal Sostituto Procuratore, Alfredo Mattei, hanno acceso i riflettori su un articolato sistema di frode che, anche grazie alla corruzione di pubblici ufficiali preposti ai controlli e sindaci, ha consentito ai sodali di appropriarsi di ingenti somme di denaro. Le indagini sono state svolte in Lazio Campania e Molise nelle province di Frosinone, Latina, Rieti, Caserta e Isernia. Disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta di beni per un valore di tre milioni di euro.
Le accuse
Le persone indagate sono in tutto 25, accusate di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di dipendenti pubblici o incaricati di un pubblico servizio, estorsione, truffa ai danni dello Stato ed enti pubblici, frode in pubbliche forniture, abuso d'ufficio, malversazione ai danni dello Stato, emissione e utilizzo di fatture false. Secondo le accuse, avrebbero pagato la ristrutturazione di una villa, con annesso campo da tennis, e una festa di 18 anni a carico dello Sprar, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati. Attraverso false fatture per operazioni inesistenti avrebbero gonfiato i costi per ottenere rimborsi non dovuti e richiesto pagamenti delle rette per i rifugiati non più presenti sul territorio nazionale.
Gli illeciti
La guardia di finanza e la polizia hanno acquisito documentazione contabile ed extracontabile che ha consentito di individuare numerosi comportamenti illeciti nella gestione dell'accoglienza dei rifugiati sia nel Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati che in quello dei Centri di Accoglienza Straordinari (CAS) gestiti dagli uffici delle Prefetture. In un episodio le spese, anziché essere destinate all'accoglienza di un centro, riguardavano l'organizzazione di un matrimonio. Si è anche registrato un caso di corruzione in cambio di una assunzione. Venivano effettuate operazioni inesistenti relative all'ottenimento di rimborsi non dovuti, ma anche frodi nella fornitura di servizi ai migranti, richieste di rimborso di rette per extracomunitari non più presenti sul territorio nazionale. Accertato anche un caso di corruzione di un funzionario addetto alla rendicontazione del servizio Sprar per la percezione di contributi per costi mai sostenuti. È emerso inoltre un vero e proprio sistema illecito basato sul rapporto tra il responsabile dell'ufficio rendicontazione del servizio Sprar e i responsabili di due cooperative ramificate nei territori delle province di Frosinone, Caserta e Isernia.
Il monopolio
Gli investigatori avrebbero anche documentato che in alcune realtà si sarebbe creato un vero e proprio monopolio di alcune cooperative nel servizio di affidamento dei servizi, in 'cambio' di assunzioni. Il sindaco di un comune coinvolto sarebbe riuscito a ottenere come 'compenso' l'assunzione di familiari e conoscenti, pretendendo in alcune circostanze anche un aumento di stipendio per una persona di suo interesse. In un caso, di fronte al tentativo di "infiltrazione" da parte di un'altra cooperativa, sarebbe stato rilevato l'intervento di un sindaco che, con minacce più o meno velate, avrebbe costretto la proprietaria dell'immobile che doveva essere adibito a residenza degli immigrati a rescindere il contratto di locazione già stipulato e registrato.