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Roma, due medici aggrediti all'Umberto I per la "troppa attesa"

Lazio
L'ospedale Umberto I (ANSA)

In entrambi i casi sono intervenuti i carabinieri della stazione Macao, i quali hanno denunciato i due responsabili. Si tratta di un senza fissa dimora invalido di 36 anni e di una 23enne di Genzano

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Due medici dell'ospedale Umberto I di Roma sono stati aggrediti in due episodi diversi, avvenuti nel giro di qualche ora e dovuti alla "troppa attesa" lamentata dai pazienti. In entrambi i casi, avvenuti il 4 agosto, sono intervenuti i carabinieri della stazione Macao, i quali hanno denunciato i due responsabili per lesioni personali, interruzione di pubblico servizio e violenza a incaricato di pubblico servizio. Si tratta di un senza fissa dimora invalido di 36 anni, costretto su una sedia a rotelle, e di una 23enne di Genzano, entrambi disoccupati e con precedenti.

Un medico ha riportato una contusione alla spalla

Secondo le prime ricostruzioni, i due prima si sono lamentati dell'attesa al pronto soccorso, poi hanno inveito contro i medici, tra cui una dottoressa, e li hanno aggrediti. Uno dei due dottori ha riportato una contusione alla spalla ed è stato giudicato guaribile in 10 giorni.

La richiesta della Fnomceo e l'invito di Salvini

Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, ha lanciato un appello al ministro degli Interni, Matteo Salvini, dopo l'ultima aggressione per "prevedere presidi di polizia nei Pronto soccorso". Un grido di allarme ascoltato dal vicepremier che, nei prossimi giorni, incontrerà Anelli al Viminale.
"Basta con la violenza contro i medici - le parole del presidente Fnomceo -. Gli operatori sanitari non devono scontare il prezzo di cattive organizzazioni, carenze strutturali, fino allo sdoganamento di comportamenti aggressivi e prevaricatori che sembrano ormai socialmente accettati. Risulta urgente l'adozione di valide soluzioni volte a garantire la sicurezza dei medici, degli infermieri, degli operatori sanitari e, di conseguenza, dei cittadini. Le violenze denunciate ammontano a 1.200 casi, di cui 456 hanno riguardato gli addetti al Pronto soccorso, 400 si sono verificati in corsia e 320 negli ambulatori. E questa è solo la punta dell'iceberg, in quanto molti medici e infermieri non denunciano", ha affermato Anelli.

La condanna dell'Ordine dei medici

Ferma condanna anche da parte dell'Ordine dei medici di Roma. "Nonostante gli impegni assunti sia a livello nazionale che regionale i pronto soccorso italiani, e di Roma in particolare, restano terra di nessuno - ha affermato il vicepresidente, Pier Luigi Bartoletti - forse è il caso di assumere quei provvedimenti promessi per rafforzare controlli e prevenzione. È urgente passare dalle parole ai fatti concreti perché il fenomeno si trascina da troppo tempo e ormai va assumendo cadenza quotidiana. Esprimo a nome dell'Ordine dei medici di Roma e provincia - ha concluso Bartoletti - solidarietà e vicinanza ai due colleghi aggrediti e colpevoli solo di svolgere il proprio lavoro al servizio dei cittadini in uno dei pronto soccorso più affollati della Capitale, in una domenica di inizio agosto".

Le parole dell'assessore regionale alla Sanità

L'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, ha espresso "solidarietà e vicinanza" ai medici aggrediti, sottolineando che si è trattato della "ennesima vile e inaccettabile aggressione nei confronti del personale sanitario. Per questo motivo ancora una volta ribadisco che la soluzione migliore sarebbe quella di riaprire al più presto i posti di polizia all'interno delle strutture ospedaliere e soprattutto nei presidi sanitari dove l'afflusso è sempre altissimo", ha concluso.