Roma, parentopoli Ama: confermati quattro licenziamenti in Cassazione

Lazio
Foto di archivio (Agenzia Fotogramma)

Erano stati assunti nel 2008 per raccomandazione nel periodo in cui l'amministratore delegato di Ama era Franco Panzironi, condannato a due anni per abuso di ufficio

Nell'ambito della vicenda su parentopoli sono stati confermati in Cassazione i licenziamenti disciplinari di quattro ex lavoratori dell'Ama, la società municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti. Erano stati assunti nel 2008 per raccomandazione nel periodo in cui l'amministratore delegato di Ama era Franco Panzironi, condannato a due anni per abuso di ufficio, durante la giunta del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, quando con una "procedura selettiva" affidata al 'Consorzio Elis', erano state assunte circa 500 persone, molte con un "punteggio inferiore alla soglia di idoneità", spiegano i giudici.

I concorsi

Per la Suprema Corte i concorsi - come quello svolto dall'Ama, caratterizzato da "gravi irregolarità nella procedura relativa alla assunzione" - hanno come conseguenza la "nullità dei contratti sottoscritti" e questo "indipendentemente dalla circostanza" che i lavoratori assunti "in violazioni delle norme di legge" abbiano o meno avuto "consapevolezza" delle "irregolarità", o ne siano stati compartecipi.

La difesa dei quattro licenziati

I lavoratori licenziati hanno sostenuto che "l'illegittimità della procedura concorsuale e della graduatoria avrebbe dovuto essere addebitata a coloro che avevano organizzato e gestito tale procedura e non a loro, a meno di ritenere provata da parte loro la conoscenza della avvenuta alterazione dei criteri selettivi e dei punteggi". Una tesi che non ha convinto i supremi giudici, i quali hanno mantenuto la 'linea dura' contro le assunzioni pilotate, dovute a legami familiari con il management Ama e 'sponsorizzazioni' politiche nel centrodestra.

La sentenza

Secondo la Cassazione, "l'estraneità dei lavoratori agli illeciti ed alle irregolarità che connotarono la procedura culminata nell'assunzione, ove pure accertata e provata non avrebbe potuto fondare alcuna domanda volta alla continuazione del rapporto di lavoro geneticamente nullo per insussistenza dei presupposti previsti dal bando per la costituzione del rapporto di lavoro". Con questi primi verdetti - sentenze 20415 e 20416 della Sezione lavoro - è stato confermato quanto deciso dal Tribunale di Roma, e poi dalla Corte di Appello della capitale nel 2017, in base alla legge 133 del 2008 che "ha esteso alle società che gestiscono servizi pubblici, e il cui capitale sia interamente posseduto da soggetti pubblici, l'applicazione delle regole di reclutamento del personale e di conferimento degli incarichi cui sono soggette le Pubbliche Amministrazioni".

Il commento di Virginia Raggi

"In passato si assumevano raccomandati - afferma il sindaco di Roma, Virginia Raggi, in un post su Facebook -, gli amici degli amici. Noi li cacciamo via. E oggi la Cassazione ha confermato i licenziamenti per diversi ex dipendenti Ama, la nostra municipalizzata dei rifiuti, assunti nel 2008 in modo non trasparente. I giudici della Suprema Corte hanno certificato le 'gravi irregolarità nella procedura relativa alla assunzione'. Abbiamo voltato pagina - aggiunge la prima cittadina - e chiuso quel brutto capitolo che è stata parentopoli. L'alternativa a quel vecchio e marcio sistema esiste e noi lo stiamo dimostrando: da tre anni, infatti, Roma Capitale è tornata a bandire concorsi in modo trasparente, seguendo la sola stella polare della legalità".

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