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Civitavecchia, truffa allo Stato da 1,5 milioni in centro diagnostico

Lazio
Foto di Archivio (ANSA)

Denunciati ex responsabili della struttura, medici e dipendenti per associazione per delinquere finalizzata all'emissione di falsi referti diagnostici, falso in atto pubblico, falsificazione di registri informatici e truffa aggravata

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La guardia di finanza di Roma ha denunciato ex responsabili, medici e ex dipendenti di un centro diagnostico di Civitavecchia per aver truffato il Sistema Sanitario Nazionale per 1,5 milioni di euro. Beni e conti correnti nelle disponibilità degli indagati di valore pari alla frode realizzata sono stati sequestrati dietro provvedimento disposto dalla procura.

I sequestri

Si tratta del conto corrente intestato al centro, due immobili, due autovetture e rapporti finanziari riconducibili a tre ex dipendenti che insieme al responsabile pro tempore della struttura dovranno rispondere, a vario titolo, del danno arrecato alla Regione Lazio e alla Asl RM 4 per l'ammontare pari al valore dei beni sequestrati.

L'inchiesta

L'operazione, denominata 'Manolesta', trae origine dalle indagini della guardia di finanza di Civitavecchia nei confronti del Centro diagnostico. L'inchiesta, in cui si ipotizzano i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato e falso in atti pubblici, ha accertato la "sistematica e indebita appropriazione" da parte delle tre dipendenti dell'importo dei ticket per le risonanze magnetiche. Dal 2013 al 2015, le dipendenti si sono impossessate di circa 200mila euro, corrispondenti a 3.216 ticket, falsificando le prescrizioni mediche dei pazienti. Un escamotage che si traduceva in un danno anche per gli stessi clienti del centro diagnostico, che si vedevano recapitare sanzioni dalla Regione Lazio, ente accreditato al quale non risultavano i pagamenti versati.

Referti falsificati

Le indagini hanno rivelato anche altre condotte illecite da parte del Centro. I militari hanno accertato la falsificazione di oltre 14mila referti (per un controvalore economico di 3 milioni di euro) redatti a fronte di altrettante prestazioni di risonanza magnetica che, sebbene corretti nella diagnosi, venivano stilati sottoscritti da un medico, quando invece erano stati stilati da un altro professionista romano, che non poteva collaborare con il centro privato perché in servizio in un'altra struttura sanitaria. Secondo le indagini, inoltre, 3.605 pazienti sarebbero stati sottoposti a risonanza magnetica con somministrazione di mezzo di contrasto, senza il consenso informato e, addirittura, in mancanza dell'anestesista rianimatore.

Le accuse

Per questo la guardia di finanza ha denunciato il precedente rappresentante legale della struttura convenzionata, due medici radiologi, le tre dipendenti e la moglie del medico romano che ha incassato, per conto del marito, i compensi percepiti dal laboratorio convenzionato per i reati di associazione per delinquere finalizzata all'emissione di falsi referti diagnostici, falso in atto pubblico, falsificazione di registri informatici detenuti dalla pubblica amministrazione e truffa aggravata. La Regione ha inoltre disposto la sospensione dell'autorizzazione all'esercizio e la conseguente sospensione dell'accreditamento del Centro diagnostico.