Marcello De Vito, lettera alla sindaca Raggi: "Non mi dimetto"

Lazio

Nella missiva il presidente dell'Assemblea capitolina spiega: "Non sono corrotto né corruttibile e confido nel pieno e positivo accertamento in tal senso da parte della magistratura"

Marcello De Vito, arrestato il 20 marzo scorso per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sullo stadio della Roma, ha dichiarato in una lettera inviata dal carcere, indirizzata alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, di non volersi dimettere da presidente dell'Assemblea capitolina.
"In questo periodo - ha spiegato De Vito - ho pensato spesso, per il rispetto che ho verso l'istituzione, di dimettermi da presidente dell'Assemblea capitolina, carica che ho amato e che ritengo di avere svolto con onore e con piena cognizione dei suoi equilibri e tecnicismi dall'altro. Ma non posso, non voglio e non debbo farlo! Credo con forza nella Giustizia e Giustizia con forza chiedo!".

De Vito: "La mia sostituzione è priva di presupposti"

"Care colleghe e cari colleghi - ha aggiunto De Vito nella lettera - considero privo di presupposti qualsiasi atto che mi abbia privato di qualcosa: sia esso la libertà personale, la carica (anche in via temporanea), la stessa iscrizione dagli M5S. Darò tutte le mie forze per tutelare la vita della mia famiglia e la mia. Ai sensi del regolamento del consiglio considero le assenze dal 20 marzo 2019 contrarie e comunque non imputabili alla mia volontà nonchè la sospensione e la temporanea sostituzione prive di presupposti", ha sottolineato il presidente dell'Assemblea capitolina.

"Non sono corrotto né corruttibile"

De Vito ha poi affermato di essere "pronto per il giudizio. Non sono corrotto né corruttibile e confido nel pieno e positivo accertamento in tal senso da parte della magistratura. Nell'immediato ho provato rabbia e delusione per le parole di abbandono degli 'amici'. Posso dire che ho ricevuto maggiore solidarietà delle persone in queste retrovie che in qualsiasi altro posto". Nella lettera inviata alla sindaca Raggi, De Vito ha anche sostenuto che "è complesso far comprendere quanto queste mura possono insegnarti e farti ragionare sui valori di base. Posso dire che sono più forte di prima".

"Io sono stato subito espulso, mentre su Salvini quesito ad hoc"

"Certamente in questo tempo mi sono chiesto cosa potrebbe decidere il nostro leader (Di Maio, ndr) per se stesso - afferma -, ove fosse sottoposto ad un giudizio: sicuramente proporrebbe un quesito ad hoc, come quello ideato sul caso Salvini-Diciotti, da sottoporre al voto online. Così come ho ricordato che il nostro codice etico prevede l'espulsione dall'M5S solo in caso di condanna e non si presta ad opinabili interpretazioni a seconda dei casi o peggio, all'arbitrio del nostro leader".

"Abbiamo perso i nostri valori fondanti"

"Mai come in questo momento ho compreso che abbiamo perso totalmente i nostri valori fondanti della solidarietà, della coesione e della condivisione", conclude De Vito.

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