Roma, morto 13enne ustionato: ipotesi di un gioco estremo finito male

Lazio
Foto di archivio (LaPresse)

Era stato portato al policlinico Gemelli in seguito alle gravissime ustioni provocate da una fiammata. Si indaga sulla dinamica della vicenda

È morto a Roma il ragazzino di 13 anni che a fine febbraio era stato ricoverato al policlinico Gemelli in seguito alle gravissime ustioni provocate da una fiammata che si sarebbe sprigionata da una bottiglia di alcol. L'incidente era avvenuto a casa dei nonni. Secondo quanto riportano fonti sanitarie, il 13enne, ricoverato da giorni nel reparto di Terapia intensiva pediatrica, è deceduto ieri sera, venerdì 8 marzo, a causa dell'insufficienza di più organi causata dalle ustioni. Aveva riportato ustioni di terzo grado superiori al 90% della superficie del corpo.

Le ipotesi al vaglio

Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, anche quella che a causare l'incidente sia stato un gioco estremo o un esperimento finito male. I poliziotti del commissariato Prati stanno effettuando accertamenti sul telefono cellulare e sul computer del ragazzo, che aveva un blog in cui scriveva di tecnologia. Una possibile ipotesi, da chiarire, è che il ragazzino abbia voluto imitare qualche gioco estremo che circola su internet, come il 'fire challenge', che consiste nel cospargersi il corpo di benzina e darsi fuoco per poi lanciarsi nella doccia.

La ricostruzione

A quanto ricostruito finora, il 13enne quel giorno era a studiare a casa dei nonni. E' entrato in bagno e, in seguito, ha aperto la porta chiedendo aiuto alla nonna: a quel punto era già avvolto dalle fiamme. La polizia avrebbe ritrovato nel bagno una bottiglia di alcol e un accendino.

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